Un concerto romantic rock quello del cantautore partenopeo Edoardo Bennato alla quattordicesima edizione della rassegna musicale Mozart box, negli affascinanti giardini della Reggia borbonica di Portici. L’inizio con il quartetto d’archi e la canzone Dotti, medici e sapienti, ci conduce per mano nel mondo delle favole in musica di Bennato, che traendo spunto da favole famose, le reinventa alla maniera di un novello Esopo per raccontare i mali della società e della politica e nonostante siano passati vent’anni da canzoni come Il paese dei balocchi o Meno male che adesso non c’è Nerone e Mangiafuoco, il messaggio che veicolano è più vivo che mai. Ancora archi nell’Isola che non c’è, Le ragazze fanno grandi sogni, Non è amore, Cantautore, per passare poi alla parte prettamente rock con cambio di band e assoli di chitarre elettriche davvero eclettici con Rinnegato, Abbi dubbi, A Napoli 55 è ‘a musica, È asciuto pazzo o padrone con la sua immancabile armonica a bocca che è rimasta un suo segno distintivo, una fedele compagna in quasi tutte le composizioni. Bennato approfitta di un empasse tecnico per ingannare l’attesa con il racconto della sua lunga carriera di grandi successi da bimbo cresciuto a Bagnoli con i sue due fratelli che fanno musica “per caso” in un’estate in cui la madre li voleva impegnare per non farli stare in strada. L’arrivo a Milano per essere notato dalle grandi case discografiche e poi il lungo percorso per arrivare al successo del grande pubblico descritto un pò in Un giorno credi. Immancabili le classiche lente come Ogni favola è un gioco o le scanzonate come Sono solo canzonette. Attento ai tempi moderni, come ogni vero cantautore dovrebbe fare, Bennato propone testi di denuncia sulle nuove tendenze in Ho fatto un selfie, o di denuncia politica in Tu grillo parlante. Le canzoni vengono accompagnate quasi tutte da video art su grande schermo o da video di repertorio come nell’omaggio a Enzo Tortora e Mimì Bertè entrambi vittima di calunnia in La calunnia è un venticello. Il finale è esplosivo con tutti i musicisti in scena, sia quelli della sezione “classica” che suonano i violini e le viole come fossero strumenti elettrici sia quelli della band rock, con un pezzo Capitan Uncino che fa saltare tutto il pubblico in piedi a ballare.
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