Ha sbaragliato il televoto e si è esibito nel tempio della musica live, il Forum di Assago, da vincitore di X Factor 2014. Ma Lorenzo Fragola, studente siciliano di 19 anni, sogna di tornare nella sua terra a fare musica. Questo desiderio la dice lunga sulla semplicità del ragazzo di cui in queste settimane tutti parlano. Il singolo di esordio The Reason Why è il primo inedito nella storia di X Factor Italia ad aver raggiunto la certificazione “oro” (15mila copie vendute in 2 settimane). Ora è uscito l’EP che contiene la canzone inedita e altre cover che hanno fatto di Lorenzo il nuovo idolo pop del pubblico, con Good Riddance dei Green Day, Impossible di James Arthur, Sweet Nothing di Calin Harris, How To Save a Life dei The Fray e Cosa Sono Le Nuvole di Domenico Modugno.
Dicci il tuo segreto che ti ha permesso di essere così amato dal pubblico…
«Ancora non ci credo, non me l’aspettavo. Sono rimasto sempre me stesso con le mie insicurezze. Certo sapevo che venendo da Catania avevo una marcia in più. Quel paesaggio e quella bellezza te la porti dentro, ti regala una forza per fare bella musica, e credo che si sia capito.»
Ora ti si aprono molte porte, dove vorrai vivere?
«Roma mi affascina per le sue passeggiate. Milano mi piace perché è il centro della musica. Ma il mio sogno è tornare a Catania a fare musica, come non l’ho mai fatta. Io non mi sono mai esibito in pubblico, ho fatto solo parte di qualche musical scolastico. Facevo solo le parti cantante, in una versione rock della Cavalleria Rusticana e in un Shakspeare in Love riadattato. Quindi il mio percorso live è tutto da costruire.»
È uno dei motivi per cui temevi di più il palco?
Ho vinto tante paure, come il ricordo di quello che era successo lo scorso anno ai provini. Respinto alla prima canzone, non ricordo nemmeno cosa ho presentato, mi tremava tutto. Ho provato a rimuovere e mi sono iscritto di nuovo quest’anno. E sicuramente è andata meglio perché riesco a stare meglio sul palco anche se so di dover migliorare. Non sono un animale da palcoscenico, lo so ma sono sempre stato fedele a quello che mi sentivo di fare. E devo dire che non mi è stato mai imposto niente.
Che vita facevi prima di entrare a X Factor?
A scuola non mi applicavo molto. Anzi, magari mi capitava di approfondire un filosofo o un autore per fatti miei, con uno studio diretto delle opere che mi interessavano. Poi mi sono iscritto al Dams a Bologna, sostenuto dalla mia famiglia che non mi ha fatto mai mancare l’appoggio sia per le mie scelte di studio che in campo musicale. Il mio coinquilino è napoletano e mi ha insegnato a fare il caffè. Per il resto non faccio molto in casa.
Beh, le ragazze che ti seguono sarebbero ben liete di aiutarti…
Ma io non mi vedo come teen idol. Almeno, va bene dirlo finché a pensarlo non sia io. Sono anche molto schivo con internet, da quando sono uscito dal programma ancora non ho aperto le pagine dei social, non voglio stancarmi con queste cose.»
Che rapporto hai avuto con il tuo giudice, Fedez?
«Mi ha detto che l’ho fatto soffrire. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Tutti ora mi chiedono se lavoreremo assieme. Ma lui non ragiona così, non programma le cose a tavolino. Se succedono succedono. Io poi sono pessimista di natura e non mi aspetto niente. È una buona tattica così se capita qualcosa di bello me la gusto di più.»
Il consiglio migliore che hai ricevuto da questa esperienza?
«Ho incrociato Francesco De Gregori mentre mi stavo cambiando d’abito e non mi aspettavo fosse così alto! E mi ha stupito anche la sua gentilezza, un grande così che ti stringe la mano con naturalezza, è un grande insegnamento. Poi ricordo quello che mi diceva Max Gazzè del palco: quando ti esibisci devi dare te stesso e il pubblico nel momento in cui recepisce diventa parte di un’opera d’arte, proprio così mi ha detto.»
Sei stato notato anche per le tue capacità compositive, da cosa nasce questa attitudine?
«Uso l’inglese e l’italiano a secondo del mood di quello che voglio dire, non ti saprei spiegare il perché. Ho scoperto per caso di avere interesse per la composizione, avrò avuto 12 o 13 anni. Mi è sempre venuto naturale. Poi una volta che entri in un programma come X Factor ricevi milioni di stimoli, con tanta gente con professionalità elevata che ti aiuta a vedere le cose a un altro livello. Soprattutto mi hanno aiutato a controllare le emozioni.»
Ti senti una persona migliore dopo questa esperienza?
«Sono molto orgoglioso e questo è un difetto. Ma ultimamente riesco a dire, scusate ho sbagliato. Può capitare, ma è un grande passo per me.»