Lo scorso 28 settembre 2014, il giovanissimo gruppo partenopeo de i La Maschera ha presentato presso il cinema Modernissimo di Napoli il suo album d’esordio.
Nove tracce, nove storie che si svolgono e hanno come filo conduttore uno dei vicoli napoletani. Uno dei tanti, perché in fondo a Napoli ogni stradina può essere considerata “’O vicolo ‘e l’allerìa”.
Il percorso musicale inizia con Pullecenella e termina con Amarcord: da Eduardo De Filippo a Federico Fellini. Ecco che, traccia dopo traccia, si potrebbe quasi affermare che ci sia una piccola camera a mano (senza pretese s’intende) a trasportarci dall’altra parte.
I richiami a questi due grandi registi tornano nel corso dell’album: in alcuni versi è facile ritrovare il famoso “coppitello di carta” di “Questi Fantasmi”, perché alla fine il segreto dare sapore alla quotidianità è nelle piccole cose.
Il primo singolo (e video in collaborazione con l’attore Massimo Andrei) estratto dall’album è il brano “La Confessione”, anche qui avverto un richiamo felliniano alla confessione di Titta con il parroco don Balosa. Tante le differenze: in questo brano è il parroco a confessarsi mentre racconta i peccati altrui e le sue debolezze, coincidono però le omissioni. Storie taciute all’interlocutore ma esternate nei pensieri che possono raggiungere solo noi ascoltatori – spettatori.
Riascoltare e ricominciare il percorso attraverso “’O vicolo ‘e l’allerìa” preannuncia già nuove storie. Si avverte una “scrittura di pancia” nonostante Roberto, anche durante la conferenza stampa, abbia sottolineato più volte l’attenzione dedicata a ogni singola parola dei nove testi. Dedizione assoluta alle sillabe, ma soprattutto alle emozioni.
Sperimentazioni di più generi musicali che si avvertono in brani come “Gente ‘e nisciuno”, scritto a quattro mani con Raffaele Bruno, “So’ semp’ stato cca’” (feat. Dario Sansone dei Foja) e “Smile on your face” che risulta indubbiamente la canzone più leggera dell’album grazie al suo fanta-inglese che però riesce a recapitare ugualmente i giusti messaggi.
Fra tutti i brani, sottolineo la bellezza e invito all’ascolto di “’O marenaro”. I La Maschera riescono ad affrontare una tematica di cui tutti han già detto tutto con assoluta naturalezza e senza scadere in luoghi comuni né in alcuna banalità.
E così il cerchio si chiude: il mare porta via quell’“allerìa” che forse solo scendendo a terra e tornando al vicolo- filo rosso di tutte queste vite intrecciate è possibile ritrovare.
Un’ottima opera prima, un lavoro che vale la pena ascoltare e riassaporare con lentezza.
Cerca
-
Articoli recenti
Find us on Facebook
-