«È una giornata di tristezza e cordoglio, per tutta la letteratura italiana. Camilleri l’ho conosciuto una decina d’anni fa quando per la Guida vinse il “premio Boccaccio”, bandito dai club Rotary della Toscana, con il suo “falso d’autore”. In quell’occasione si fece accompagnare dalla famiglia e ci tenne in maniera particolare a creare un clima di allegria e amicizia anche tra i suoi nipotini e mio figlio, coetanei, che giocavano insieme ascoltando le filastrocche raccontate da un nonno molto creativo», dice Diego Guida, patron della Guida editori, a proposito della morte di Andrea Camilleri.
Lo scrittore siciliano, padre del celebre commissario Montalbano, si è spento oggi all’età di 93 anni all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era stato ricoverato il 17 giugno scorso in condizioni critiche dopo un arresto cardiaco. A dare l’annuncio è l’Asl Roma 1 che precisa che Camilleri è morto intorno alle 8.20 di questa mattina e che le sue condizioni già critiche si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali.
Per settant’anni Camilleri è stato regista teatrale e sceneggiatore. Nel 1949 entra nell’Accademia di Arte drammatica Silvio d’Amico di Roma e realizza diverse opere ispirandosi a Pirandello. In quegli anni conosce la moglie Rosetta, dalla quale avrà tre figlie e nel 1957 entra in Rai, per poi ottenere negli anni Settanta il ruolo di insegnante di regia all’Accademia di Arte drammatica. La sua passione per la scrittura lo renderà famoso con la pubblicazione di “La forma dell’acqua” in cui viene presentato il suo personaggio più celebre, il commissario Montalbano. Nelle ultime interviste Camilleri ha dichiarato: «Ho avuto una vita fortunata. Non ho rimpianti e non ho paura di niente, neanche della morte». A Roma stava preparando uno spettacolo che si sarebbe dovuto tenere il 15 luglio alle Terme di Caracalla, dove avrebbe raccontato la sua “Autodifesa di Caino”. «Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano».
I protagonisti delle sue storie sono personaggi accuratamente caratterizzati, molto divertenti ed ironici; ma anche molto malinconici, e questo vale in misura maggiore per il commissario Montalbano. Personaggio, quest’ultimo, destinato ad un preciso epilogo con una formula decisa da tempo dall’autore: infatti nel 2006 Andrea Camilleri ha consegnato all’editore Sellerio l’ultimo libro con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte. «Ho scritto la fine dieci anni fa, ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’Alzheimer – aveva spiegato lo scrittore – ecco, temendo l’Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell’editore. È semplicemente conservato in un cassetto» . Infine aveva assicurato: «Montalbano non può cadere in un burrone come Sherlock Holmes e poi ricomparire in altre forme, Montalbano non muore», proprio come non morirà lui nei ricordi dei suoi tanti ammiratori.