In programma al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli) dal 18 luglio al 22 settembre, la mostra “Orogenesi/Orogenesis” di Juliana Cerqueira Leite, giovane artista brasiliana che, per la prima volta, espone i propri lavori in un museo europeo. Opening previsto per il giorno 17 luglio alle ore 17:00.
Si tratta di un percorso composto da sculture e fotografie: Cerqueira Leite, nel suo complesso iter creativo, re-immagina il corpo umano attraverso atti di trasformazione, creando una sottile coreografia che enfatizza, tramite movimenti e gesti, la forza del corpo stesso e la reazione dei materiali su cui esso agisce.
Culmine di una ricerca durata due anni, punto di partenza di “Orogenesi” sono i calchi ritrovati a Pompei nel XIX secolo che rappresentano la contrazione dei corpi esposti alla violenza dell’eruzione e bloccati in quella che è assimilabile, dal punto di vista scientifico, alla ‘posizione da pugile’. I lavori inclusi in mostra analizzano quindi il rapporto con il passato tramite l’analisi della posizione contratta del corpo. Cerqueira Leite ritrova, nella posizione delle vittime della tragedia di Pompei, due simmetrie con la cultura contemporanea collegando la “contrazione” sia ad un passo della tecnica di danza moderna ideata da Martha Graham che alla posizione standard del corpo in assenza di gravità descritta dalla NASA. La mostra, dunque, conferma le interazioni fra arte performativa, storia e scienza, includendo, nell’allestimento, una raccolta di fotografie tratte dagli archivi del Parco Archeologico di Pompei, della NASA e della Martha Graham Dance Company.
In particolare si segnala che l’opera Species-Specific nasce da un interessante esperimento artistico: la ballerina Meredith Glisson ha inscenato una serie di ‘fight or flight responses’, reazioni acute da stress, mentre veniva ripresa in uno studio di motion capture, generando una serie di dati poi utilizzati per una scultura in stampa 3D. Per progettare invece la sua scultura Anthropometry, Leite ha fatto riferimento agli studi antropometrici della NASA, dimostrando ciò che un astronauta riesce ad afferrare, allungando il braccio e rimanendo saldamente legato alla sedia dello Space Shuttle. Si segnala inoltre che Leite ha collaborato con Steven Dubowsky (professore del MIT) per sviluppare una scultura cinetica che punta costantemente nella direzione lungo la quale la terra sta viaggiando, evidenziando, così, il nostro moto involontario e costante nello spazio.
La mostra è a cura di Nadim Samman e Michele Iodice. La produzione delle opere in mostra è stata resa possibile dal Pollock-Krasner Foundation Grant. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con ALMA ZEVI (Venezia, Italia) e con il Juliana Cerqueira Leite Exhibition Circle.
Il catalogo, che sarà presentato al MANN il prossimo 17 luglio alle 11, è stato pubblicato con il contributo di TJ Boulting (Londra, Regno Unito). Il volume, edito da Trolley Books, contiene saggi di Mario Codognato, Dehlia Hannah e Nadim Samman. “Orogenesi” è realizzata sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.