È stata presentata la mostra “Le stanze di Tato Russo. Gli anni del coraggio”, esposizione dedicata al grande regista, drammaturgo, poeta e attore napoletano Tato Russo. Le stanze saranno visitabili dal 14 giugno al 28 luglio al Castel dell’Ovo, dalle ore 10:00 alle 18:00 dal lunedì al sabato e dalle ore 10:00 alle 13:00 nei giorni festivi e la domenica.
Curata da Giulio Baffi e dall’allestimento progettato da Marialuisa Firpo e Gabriella Grizzuti, la mostra si propone come un percorso nella vita del Tato Russo uomo e, soprattutto, artista, dando spazio anche agli artisti, collaboratori, tecnici, musicisti e costumisti che l’hanno seguito nel corso della sua carriera. Le stanze, suddivise fra i due livelli del Castello, ricostruiscono gli aspetti più cruciali della vita dell’artista: il camerino, con gli oggetti e gli amuleti che caratterizzano gli istanti prima dell’entrata in scena, la stanza dell’Uomo, con l’esposizione degli scritti e delle letture fondamentali per l’attore e sfogliabili per i visitatori, pagine, appunti, copioni, scritti. La Sala delle Carceri, che ospita queste prime stanze, accoglie anche i costumi e gli oggetti di scena di Giusi Giustino e Zaira De Vincentiis. Proseguendo, nella Sala Sirena sono esposti i plastici degli spettacoli più importanti e rappresentativi dell’attore e drammaturgo, realizzati da Aldo De Lorenzo, Tonino Di Ronza e Renato Lori, con la partecipazione degli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Al primo livello, infine, in un’atmosfera onirica, si assiste al racconto del Tato Russo “Sognatore”, con le sue poesie, le polemiche riportate dai giornali nel corso degli anni, l’amore per la musica. Ogni giorno della mostra, inoltre, i visitatori potranno assistere alle proiezioni di alcuni degli spettacoli più emblematici della carriera di Russo e del teatro italiano, come “Masaniello”, “’O munaciello” e “L’opera da tre soldi”, oltre alle rielaborazioni da Shakespeare come “La tempesta”, “Amleto” e “Sogno di una notte di mezza estate”, il tutto incorniciato dalle storiche fotografie di scena tratte dall’inestimabile archivio dei fotografi Tommaso Le Pera e Fabio Donato.
«Tante le presenze importanti – ha dichiarato Tato Russo – molti hanno tradito, molti ci sono ancora. Rispetto tutti quelli che con me hanno collaborato e li ringrazio. Perché hanno sopportato un uomo ruvido, caparbio, che molte volte si è creato inimicizie. Ho creduto però sempre, e così ho costruito il mio teatro insieme a loro».