Raige, nome d’arte di Alex Andrea Vella, a distanza di tre anni dal suo precedente lavoro, fa il suo ritorno sulle scene con un nuovo lavoro discografico dal titolo “Affetto Placebo”, contenente 11 brani inediti tra cui il primo estratto “Ciao Ciao” e “Un milione di sassi”.
Amore, odio, rabbia e coraggio si intrecciano e danno vita agli undici inediti che compongono questo tuo nuovo disco di inediti “Affetto Palcebo. Ce ne vuoi parlare?
«Affetto Placebo arriva dopo tre anni di stop dal mio ultimo album. Ho fatto delle scelte coraggiose, la prima è stata quella di abbandonare un’etichetta nazionale per tornare indipendente, altrettanto coraggiosa è stata la scelta di non mettere la mia faccia sulla copertina del disco, bensì il blister, e altra scelta super coraggiosa è il fatto che nel retro del cd non ci sono i titoli della tracklist, questo perché volevo che il messaggio arrivasse prima di qualunque cosa. Affetto Placebo parla di questi tre anni, in cui mi sono reso conto che le persone nella mia vita sono state la migliore medicina e la mia cura vera e propria a tutto ciò che mi è capitato. Essendo un disco molto autobiografico ho messo dentro l’amore, l’odio, la rabbia, il coraggio».
Come mai la scelta di questo titolo?
«Io sono un ipocondriaco e spesso e volentieri dopo una certa frequenza di visite dai medici, venivo curato con quello che si chiama effetto placebo, quindi da qui il titolo del disco. Poi, in questo tre anni mi sono veramente reso conto che le persone hanno fatto la differenza e sono diventate la mia cura, perché i legami che ho stretto, per fortuna nel corso degli anni, si sono poi rivelati terapeutici. Sono state veramente le persone ad aiutarmi, sia nel bene che nel male. Le conoscenze belle hanno contribuito a farmi da scudo per il male, mentre le altre mi hanno insegnato a riconoscerlo».
Per quanto riguarda i live, ci saranno dei concerti in programma per quest’estate?
«Ci saranno dei concerti ma dopo l’estate, molto probabilmente partiranno da ottobre. Mi prendo questi tre mesi per lavorare su un paio di progetti molto interessanti e molto ambiziosi che ho in serbo da un po’, dopodiché farò il mio tour, perché questo è un album che ha bisogno di essere presentato dal vivo».
Nel disco l’unico featuring presente è Scuola calcio feat. Ensi e Rayden.
«Con loro ho iniziato il fantastico mondo nella musica perché noi tre formavamo un gruppo che è stato anche molto importante per il rapper italiano. Le strade si sono poi separate nel 2011 dopo il nostro album, questo perché abbiamo delle forti personalità e ognuno di noi aveva la volontà di poter dire la sua su temi differenti da quelli che possiamo trattare insieme. Quando ho scritto “Scuola calcio” che è un pezzo molto collegato alla mia generazione, io la chiamo quelli degli young veteran, ho capito subito che era il pezzo giusto per invitare loro due, quindi è partita spontanea questa chiamata. All’interno del disco ci sono altre collaborazioni, però sono dietro le quinte. Stiamo parlando di autori che hanno lavorato con me alla stesura dei testi. Io da un paio di anni faccio anche il paroliere e nel corso degli ultimi due anni ho conosciuto melodisti e arrangiatori, musicisti veramente in gamba che ho voluto con me all’interno di questo progetto, perché hanno fatto parte della mia vita lavorativa dell’ultimo periodo, sono persone che lavorano bene, con cui ho instaurato un ottimo rapporto di amicizia. Ovviamente le parole sono tutte mie, sono io l’unico paroliere all’interno dell’album, però ho scelto dei melodisti molto bravi al mio fianco».
Hai intrapreso la carriera di autore e paroliere nel 2016, scrivendo per artisti del calibro di Tiziano Ferro.
«Ho scritto per Tiziano Ferro, Annalisa, Nek, Marco Carta, Alessio Bernabei. Ho fatto tante belle cose in questo periodo ed altre ancora devono uscire. Una delle canzoni uscite di recente è quella di Nek “Che cosa ci ha fatto l’amore”, una canzone che secondo me è veramente una perla rara ed invito sempre tutti ad ascoltarla, poi Nek è una persona meravigliosa».
Nel corso dei tuoi live in scaletta inserirai anche i brani che hai scritto per altri artisti?
«Questo non lo escludo, ma sicuramente non in questo primo giro di live perché sarà interamente dedicato all’album. In realtà per questi brani scritti per altri artisti probabilmente realizzerò degli unplugged su spotify, ma al momento nulla di certo».
Essere una voce e un personaggio così popolare in particolare modo tra i giovani è una bella responsabilità. Ti spaventa o ti piace essere un esempio per qualcun altro?
«Faccio le mie cose nel mio modo e cerco di portare un messaggio che sia concreto e reale, perché a me piace parlare di questo nelle mie canzoni. Dico spesso che le mie canzoni sono come mettere l’occhio nel buco della serratura di come vedo io il mondo, quindi ci trovi quel velo di malinconia, ma ci trovi anche tanta voglia di redenzione e vedi la luce in fondo al tunnel».