Lasciandosi plasmare dallo stupore, dall’emozione e dall’immaginazione, la giornalista Federica Fusco concepisce il suo primo libro, intitolato Dove volano gli asini. L’autrice ripercorre il suo viaggio dall’Abruzzo all’Africa, in veste di addetto stampa del Progetto Etiopia Onlus Lanciano, ricostruisce il soggiorno in Etiopia e l’inaugurazione della scuola, edificata ad Agamsa con l’utilizzo dei fondi raccolti. Dove volano gli asini, in distribuzione nazionale, disponibile anche online, è un libro di narrativa, in cui la scrittrice rivive le giornate trascorse nel cuore del Corno d’Africa, intessendo la fantasia con la realtà, narrando fatti reali e storie di personaggi frutto della sua ispirazione. Così, ripensando all’esperienza intensa vissuta, la Fusco elabora il racconto ed iniziando dall’arrivo nella capitale Addis Abeba, documenta l’incontro con Angelo, il presidente della Onlus e con il suo collaboratore Alvaro, e riporta il percorso in macchina lungo la Churchill Avenue, fino al convento. Lungo il tragitto osserva con meraviglia i bambini, guarda con tristezza i mendicanti e con amarezza i ragazzi fumare la colla liquida. Raggiunto il convento viene affascinata dal magnifico Abel, un asino, simbolo della lentezza, della fiducia, ma anche della pazienza e dell’umiltà, un incontro che desterà in lei l’estro letterario. La mattina seguente intervista Samar, la sorella di una bimba aggredita da una iena, arricchendone il racconto con aneddoti immaginari. Nel corso della strada verso Agamsa, la città distante 200 km dalla capitale, Federica Fusco fotografa la bellezza della natura con i suoi alberi maestosi, le donne indaffarate a lavare i panni nel fiume, i bambini che giocano nell’acqua, le case costruite con le lamiere, i ragazzi stanchi e sudati mentre riempiono i sacchi di iuta con peperoni essiccati da esportare. Giunto il giorno dell’inaugurazione della scuola, ad Agamsa, al taglio del nastro oltre agli abitanti di Agamsa, sono presenti Angelo, Alvaro e Padre Musiè (Moise nel libro), capo della diocesi di Endibir, le suore e gli allievi. I due eccellenti musicisti, il jazzista Fabrizio Bosso alla tromba e Luciano Biondini alla fisarmonica, e i ragazzi della diocesi di Endibir alle percussioni accompagnano il taglio del nastro, che coincide con la vigilia dei Balli, cioè le tre giornate dedicate alla terra. All’alba, il suono dei tamburi apre la prima giornata della terra ed Evale, la ballerina, nata dalla mente dell’autrice, danza al ritmo delle percussioni, accendendo una candela bianca, su cui gli abitanti lanciano semi secchi per invocare la prosperità. Durante la festa, Federica Fusco conosce suor Maria Clementina e ne resta piacevolmente colpita dalla dolcezza e dalla pazienza, nel suo ruolo di insegnante ed infermiera. Ma arriva anche il momento del ritorno ad Addis Abeba, e prima della partenza per l’Italia, la scrittrice si ferma a dialogare con le contadine nelle piantagioni di caffè e del falso banano; poi prima di prendere l’aereo riceve il saluto di Padre Musiè che le dona una croce ortodossa di cuoio da portare al collo. Arrivata in Italia ripensa con nostalgia all’Etiopia, ai villaggi privi di corrente elettrica, ai bambini che corrono felici verso le jeep delle associazioni benefiche, al concerto di Bosso e Biondini, all’injera dal sapore simile alla crêpe, al caffè denso e pastoso e ad Adel, l’asino che lei immagina alzarsi libero in volo. Il libro Dove volano gli asini, pubblicato dalla casa editrice Il viandante, inserito nella collana Libera, descrive in modo dettagliato il viaggio ed il soggiorno in Africa e il lettore immerso nella narrazione, si sente quasi partecipe della coinvolgente avventura.
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