Dopo più di trent’anni di carriera con gli Statuto, band con la quale ha pubblicato 15 album in studio e 2 dal vivo, guadagnandosi spazio nelle classifiche di vendita di dischi, Oscar Giammarinaro decide di intraprende un percorso artistico da solista, pubblicando un progetto discografico. È uscito lo scorso 10 maggio “Sentimenti travolgenti” (distribuito da Universal Music), un album che punta ad uno stile raffinato e mai banale, fatto di sonorità ricche ed eleganti e insieme accessibili ed orecchiabili.
Il 10 maggio è uscito il tuo primo album da solista “Sentimenti travolgenti”. Ce ne vuoi parlare?
«È un disco che parla di sentimenti, come le gioie, il dolore, l’amicizia, senza inibizioni, in maniera molto istintiva, in cui chiunque si può identificare. Da qui il nome dell’album “Sentimenti Travolgenti”».
Come mai l’esigenza di affrontare anche un’esperienza da solista?
«Con il gruppo abbiamo sempre affrontato argomenti importanti, sul sociale, però a un certo punto ho sentito l’esigenza di fare una cosa totalmente diversa, di comporre canzoni più intime e personali, ed ecco perché ho voluto realizzare un progetto da solista».
Cosa rappresenta questo nuovo lavoro per te?
«È una nuova avventura che viaggia parallela con quella degli Statuto, che fa emergere quel lato artistico che precedentemente non era mai venuto fuori. È un percorso nuovo che trova nella proposta cantautoriale la sua dimensione più adatta. In un momento in cui il panorama musicale italiano sembra trascurare la ricercatezza compositiva ho voluto lavorare ad un progetto artistico attento allo stile e all’eleganza “totale”: nelle sonorità, negli arrangiamenti, nei testi e nelle grafiche».
In quanto tempo è stato realizzato?
«Il lavoro è durato quasi due anni. Tutti i brani ho finito di scriverli nell’ottobre del 2018. Sono otto in totale, di cui 5 inediti e 3 rivisitazioni di canzoni già pubblicate con gli Statuto, poiché erano anomali per lo stile del gruppo».
L’album è stato anticipato da “Lei canterà”, una fotografia di quando hai conosciuto Mia Martini.
«è una fotografia di quando l’ho conosciuta personalmente in occasione del Festival di Sanremo del 1992, anno in cui gli Statuto erano in gara tra le nuove proposte con il brano “Abbiamo vinto il Festival di Sanremo” e Mia Martini invece sfiorò la vittoria con “Gli uomini non cambiano”. Nel corso di una serata, insieme ai discografici facemmo il giro di tutti i camerini degli altri artisti in gara. Erano tutti aperti e pieni di gente, tranne quello di Mia Matini. I discografici non sapevano se entrare o meno, poi abbiam bussato lei ha aperto la porta e ci ha colto in maniera gentile, ma allo stesso tempo stupita che eravamo lì per conoscerla. Così chiedemmo spiegazione del perché avesse la porta chiusa, e lei rispose che lo aveva fatto perché in molto sostenevano che portasse sfortuna, una diceria che le ha rovinato la vita. L’anno scorso mi è venuto in mente questo ricorso ed ho pensato che fosse giusto ricordarlo in una canzone di questo album».