È in distribuzione dai primi di maggio “Lontano da te” (G.A. Publishing) il nuovo singolo del cantautore Nello Daniele che anticipa il nuovo album di inediti in uscita il prossimo ottobre. In questo periodo, il cantante, compositore e chitarrista è impegnato in un tour che toccherà molte regioni italiane, da nord a sud, in cui porterà la sua musica, ma anche quella di suo fratello Pino Daniele, regalando momenti di grande valore musicale.
“Lontano da te” è il tuo nuovo singolo che anticipa l’album di inediti.
«”Lontano da te” è una canzone che mi rappresenta in tutto, nel senso che descrive un amore universale, non semplicemente tra un uomo e una donna, ma rivolto alla mia terra, alla mia famiglia, alla musica. Infatti nel videoclip ci sono dei passaggi, come se fossero dei livelli, e per me rappresentano i livelli della vita. In ogni percorso che si fa, bisogna camminare sempre e non voltarsi mai indietro, sia nel bene che nel male. “Lontano da te” racchiude un po’ tutte le persone che mi mancano, come mio fratello, mia madre e mio padre».
È una canzone che è nata di getto?
«È nata di getto. È un brano che farà parte del mio nuovo album in lavorazione, e in uscita i primi di ottobre. Un lavoro che a differenza del precedente è meno aggressivo e più acustico. È un album che mette in primo piano il Nello Daniele autore e musicista. È un album in cui ci sono musicisti, ma non è strumentale, proprio perché ho voluto dare importanza anche alla parola».
Cosa rappresenta quindi questo nuovo lavoro in fase di realizzazione?
«È un disco che volevo a tutti i costi dopo anni e finalmente lo realizzo».
Quali saranno le tematiche del disco?
«”Lontano da te” è un brano che rappresenta molto la struttura del prossimo album. Sicuramente nelle canzoni parlerò delle radici, della propria terra, dell’amore in tutti i sensi. Parlare dell’amore a volte può sembrare banale, ma dipende come lo racconti. Non parlerò di politica come per il precedente “Io bianco io nero” pubblicato nel 2014, in cui ho affrontato il tema del razzismo, una tematica di cui oggi se ne parla tantissimo e forse con il mio album l’ho anticipata di cinque anni. Questo non vuol dire che prevedo delle cose, però ho delle sensazioni che ho la fortuna di raccontarle in musica. Attraverso la musica si possono raccontare storie, ma anche denunciare quello succede, basta avere il coraggio di farlo».
Sono previste delle collaborazioni?
«Questo è un disco in cui ci sono solo chitarre, forse tra le collaborazioni ci sarà un’interprete, qualche amico che stimo, ma non musicista. Non amo molto le collaborazioni che possano sembrare una strategia di marketing. A me interessa trasmettere un’emozione. Questo lo si può ottenere con una voce di un cantante, o di un attore che può essere Servillo o Giancarlo Giannini. Non è importante che sia del campo o meno, l’importante è metterci il cuore. Forse vengo da una scuola diversa, dove la dignità conta prima di tutto e dove non devi fare musica per fare marketing, ma semplicemente per il piacere di farla e di metterla a disposizione di chi la ama, del tuo pubblico. Non mi piace il mercato musicale degli ultimi tempi. Faccio musica da anni e preferisco seguire la mia strada, il mio modo di proporla, ecco perché pubblico un disco ogni 5 o 6 anni».
Come vivi il mondo dei social network?
«Ho due pagine social che non seguo moltissimo, però mi diverto a stare in contatto con il mio pubblico, quello che mi segue. Non vado a postare con un impegno quotidiano, ma di tanto in tanto mi diverte anche postare un piatto di spaghetti. Mi piace pubblicare foto e video dei miei live, ma a dirla tutta non sono molto social. Ci sono artisti che non sono social, non passano per le radio, ma poi quando vanno a suonare dal vivo riempiono le sale, i teatri. Il mio sogno e suonare dal vivo sempre. Ogni volta che mi esibisco dal vivo, anche al nord Italia, trovo sempre un’accoglienza fantastica. Un pubblico che viene ad ascoltare Nello Daniele, la mia musica, ma anche la musica di mio fratello. Perché parto con la scaletta dei miei brani e quando inizio a proporre le canzoni di Pino, da quel momento sappiamo quando cominciamo ma non quando finiamo, poiché il pubblico apprezza e vuole ascoltare le sue canzoni. Ci divertiamo anche noi musicisti».
Il 12 maggio è iniziato il tuo nuovo tour dal Teatro Magnani (Fidenza – PR).
«Sì, siamo in giro per l’Italia per tutta l’estate da nord a sud, in attesa dell’uscita del disco ad ottobre. Poi seguiranno altre date invernali nei teatri. L’album racconterà la mia musica, che è stata anche quella di Pino, e la mia vita. Dopo cinque anni mi sento di fare questa cosa. Me l’avevano proposta prima, ma non volevo speculare sull’immagine di mio fratello subito dopo la sua scomparsa, proponendo omaggi in ogni dove. L’unica cosa che ho proposto ogni anno è un memorial dedicato a Pino, il 19 marzo a Napoli, nel giorno del suo compleanno».
Molti artisti invece sembra che abbiamo approfittato molto della situazione, proponendo spesso omaggi e inserendo canzoni di Pino nel loro repertorio. Tu cosa ne pensi?
«Pino ha scritto pagine di storia della musica, collaborando con musicisti importanti come Steve Gator, Wayne Shorter, Pat Metheny. Con lui hanno suonato tanti artisti, band straniere strepitose. Dal 2008 ha avvertito l’esigenza di richiamare il suo gruppo e riproporre i vecchi brani. Io non apprezzo molto quei musicisti, che precedentemente l’hanno criticato e poi dopo la sua scomparsa, non hanno continuato il proprio percorso, proponendo al loro pubblico serate omaggio a mio fratello, marciandoci molto. Apprezzo molto le cover band, perché sono quelli i veri fan. Anche io avrei potuto fare la loro stessa scelta, ma non ho voluto farlo. Se hai qualcosa da dire vai avanti con la tua musica e poi magari va anche bene un piccolo omaggio nel corso della serata, perché molti artisti nei loro concerti scelgono delle cover per omaggiare un loro amico o collega. Naturalmente a noi della famiglia fa anche piacere che Pino sia sempre ricordato e che venga proposto ai giovani, proprio come stava facendo lui ultimamente, adattandosi al presente pur mantenendo le sue radici. Lui era molto avanti su molte cose. Io me ne accorgo ogni volta che vado a suonare. Le sue canzoni vengono cantate dai giovani, ma anche dagli over 60».
C’è un ricordo particolare che hai di Pino e che ti accompagna nel tuo percorso musicale?
«Sicuramente ricordo moltissimo gli ultimi due anni che abbiamo collaborato insieme. Dopo 15 in cui mi sono fatto le ossa da solo, pubblicando cinque album, mi ha invitato a suonare con lui. Mi ha fatto maturare tanto prima di volermi a suonare al suo fianco, e questo l’ho apprezzato moltissimo. L’attesa è stata lunga, ma alla fine ho realizzato il sogno più bello, quello di salire sul palco con mio fratello e non con Pino Daniele. Questo ricordo mi accompagna ancora oggi quando sono sul palco e mi dà la forza di andare avanti».
Ci sarà un altro singolo prima dell’uscita dell’album ad ottobre?
«Sicuramente sì, ci sarà quello che darà il lancio all’album, ma verso settembre».