Novanta minuti di pura adrenalina come un inquietante discesa agli inferi hanno caratterizzato lo spettacolo ”Mater Camorra e i suoi figli” andato in scena nella suggestiva cornice del T.I.N. (Vico Purgatorio ad Arco) dal 10 al 12 maggio, con la regia di Gianni Sallustro. Una produzione Talentum Production in collaborazione con l’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema.
Secondo Gianni Sallustro il Teatro deve svolgere innanzitutto una missione sociale e avere una aspirazione educativa, che mira a motivare i giovani attori alla difesa del proprio territorio e lottare per quello in cui credono. Questo spettacolo dà voce a chi non ne ha più, dedicato alle vittime innocenti della camorra, in particolare a Gaetano Montanino vittima del dovere dieci anni fa .
Il T.I.N. è uno spazio magico, dove il pubblico viene catapultato nel passato che rivive attraverso il nostro difficile presente. Il testo, liberamente tratto da “Madre Courage” di Bertoldt Brecht, è una denuncia di tutte le brutture della guerra di camorra e delle difficoltà che la protagonista deve affrontare insieme ai suoi tre figli per cercare di sopravvivere . Il regista ha ben sottolineato il cannibalismo sfrenato dei vari personaggi che sono protesi all’accumulo sfrenato del dio denaro e in nome di questo abbandonano ogni sentimento, moralità, dignità, riducendosi a fredde e programmate macchine da guerra. Come in una giungla urbana, particolarmente efficace l’idea di abbinare ai vari personaggi l’animale che più gli somiglia caratterialmente.
Ai talentuosi giovani l’arduo compito di rappresentare efficacemente la morsa tentacolare e implacabile della malavita e del malessere, che si trasforma ora in un branco insaziabile di cani randagi e predatori famelici, ora in cavalli imbizzarriti,ora in scimmie dispettose e irriverenti, ora in serpenti striscianti e ambigui.Toni volutamente alti, suoni gutturali, modi concitati, gesti disarticolati e ripetitivi, ossessivi, violenti, una mimica accentuata, fanno da sfondo ideale alla storia forte che viene raccontata e ben descrivono il clima di tensione, gli eccessi, il vivere sopra le righe di queste persone che sono votate all’autodistruzione.
L’attrice Nicla Tirozzi (Anna ‘a squarciona) impersona in maniera efficace la sacralità della maternità che si scontra con la durezza e il materialismo del vivere quotidiano. La perdita dei suoi tre figli ,vittime della guerra di camorra, non cambieranno il suo modo di affrontare la vita a testa alta e con cinismo. L’attore-regista Gianni Sallustro ( il cappellano-serpente) ben rappresenta la Chiesa che oggi è tremendamente povera di spiritualità,sull’orlo del fallimento e in balia di moderni e falsi santoni. Intensa l’interpretazione di Tommaso Sepe (Aitano-‘o micione), che impersona una prostituta dalla vita triste e infelice. L’attore Gianluca Cangiano (Rafele King Kong-‘o gorilla),violento e coraggioso, interpreta efficacemente la fisicità prorompente del primo figlio di Anna ‘a squarciona. Ivan Cozzolino (Tonino ‘o cacciuttiello), onesto e ingenuo, e Giada Emanuela De Gennaro (Catarina-‘a palomma),dolce e pura, muta dalla nascita, esprimono al meglio il ruolo di figli destinati al sacrificio di Anna ‘a squarciona. Encomiabili Antonio D’Avino (Ciruzzo ‘a pippa-‘o gallo)ambiguo e falso, e Andrea Palmese (Pascale-‘o pittbul). Applausi per Ysenia Rosa Notaro, Emanuele Boccia, Michela Tammaro, Armando Abagnale, Annarita Tambaro,Valentina Maffettone, Mariagorizia Pia Trippa,Vincenza Granato, Luisa Criscuolo, Anna Carrabs, Anthony Dylan Ciliberti, Nunzio Emanuele Miranda,Davide Vallone, Francesco Emanuele Catapano, Carmine la Marca.
Chiude lo spettacolo un messaggio di speranza e di resurrezione(al grido di “fermame-fermateve”) lanciato da tutte le povere creature allo sbando totale, che abbandonata la modalità guerra, finalmente hanno preso coscienza dell’inferno in cui vivono! Uno spettacolo perfettamente riuscito dal forte impatto scenico ed emotivo da rappresentare nelle scuole.