Dal 26 al 28 dicembre 2014 al Teatro Bellini di Napoli La Bella Addormentata di Charles Perrault ha danzato sulle note di Petr Il’ic Caikovski. A guidare i meravigliosi ballerini della compagnia “Il Balletto del Sud”, il coreografo salentino Fredy Franzutti. Ed è stata subito magia.
La fiaba prende vita in un piccolo paesino del Sud Italia: il “c’era una volta” si trasforma in “c’era negli anni ‘40”. Aurora non è più solo una banale principessa, quanto una delle figlie del Mediterraneo.
Nessun fuso maledetto, nessun principe bensì una tarantola e un antropologo incuriosito.
Nessun incantesimo né streghe buone o cattive, in questa versione troviamo invece un’iniziazione pagana, una dolce zingara e una vecchia chiromante infuriata.
La vendetta non esiste solo nelle fiabe e così, durante il battesimo della piccola Aurora la zingara le augura ogni bene mentre la chiromante la maledice presagendo la sua morte per mezzo di una “tessitrice” al compimento dei suoi 16 anni.
Il tempo vola, a passo di danza vengono tessute storie su storie, ma nessuno né durante la guerra, né durante il boom del dopoguerra ricama né cuce nella villa incantata.
Si gioca a ruba bandiera durante il fatidico compleanno di Aurora e sulla scena, silenziosamente arriva la vera tessitrice: la principessa viene morsa da una tarantola. Gli spettatori assistono a un nuovo scontro tra chiromante e zingara: Franzutti trasforma la danza nell’unico strumento per esorcizzare il maleficio. Ballare salva Aurora e tutta la sua famiglia, la morte si trasforma in un sonno profondo che potrà essere rotto solo dal bacio del vero amore.
Dopo cinquant’anni nella figura dell’antropologo Ernesto si riscopre la danza come cammino di scoperta. Incantevole la performance del protagonista maschile che affronta un viaggio difficile che lo porta poi però ad innamorarsi facilmente di Aurora. Il suo risveglio porta a risvegliare non solo la sua famiglia ma anche tutti gli spettatori.
Come ogni fiaba, anche in questa versione definita anche de “La Bella Tarantolata” troviamo un lieto fine che si concretizza col matrimonio dei due giovani risvegliati.
Tutto termina così come era iniziato: a passo di danza si ricomincia ad omaggiare una nuova vita. Franzutti stravolge la favola più famosa del mondo rendendola, se possibile, ancora più bella dell’originale.
Un’operazione audace che però risulta perfettamente riuscita. Tangibile l’affiatamento di tutti i danzatori presenti in scena. Un piccolo gioiello che merita ancora più successo di quello già ottenuto.