Testimonial della quarta edizione di Napoli Moda Design (evento ideato e diretto da Maurizio Martiniello), l’attrice e conduttrice Rocío Muñoz Morales riceve per l’occasione il premio Spettacolo consegnato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Dopo un anno lontana dai riflettori, a causa della sua seconda maternità, Rocio è pronta a tornare sulle scene con nuovi progetti. L’attrice spagnola, in visita a Napoli con il suo compagno, l’attore Raoul Bova e le sue due bambine, si racconta in un’intervista a Mydreams svelando alcuni dei suoi prossimi progetti. A settembre vestirà di nuovo i panni di Eva Fernandez nella serie “Un passo dal cielo”, inoltre sarà nuovamente a teatro in uno spettacolo su Sherlock Holmes.
Madrina della quarta edizione di Napoli Moda Design. Per l’occasione hai ricevuto il premio Spettacolo dal Sindaco della città Luigi De Magistris. Quale è il tuo rapporto con Napoli?
«Dopo Roma, la città dove vivo, Napoli è la città che conosco meglio. In occasione dello spettacolo “Dì che ti manda Picone”, mi sono trasferita a Napoli per cinque mesi con tutta la famiglia, è venuta a trovarmi anche mia madre e mia sorella. Quindi in quel periodo ho avuto la possibilità di scoprirla. Confesso che mi ci trovo particolarmente bene. Ho scoperto una città piena d’arte e piena di artisti, con la voglia di ricevere ed accogliere chi viene da fuori come me, con la voglia di far vedere tutto il bello che c’è. È una città piena di allegria, di un’energia unica al mondo, quindi sono veramente felice di tornare, la sento un po’ come casa mia. Ringrazio Maurizio Martiniello per questo premio. Avevo pensato di trasferirmi con la mia famiglia a Napoli, perché mi trovo veramente bene. Io sono spagnola ed ho riconosciuto in questa terra un po’ quello che io ho nel sangue, quindi grazie a voi, viva Napoli, viva l’arte!».
Cosa ti ha colpito maggiormente di Napoli?
«Una delle cose più belle che mi sono capitate nel vivere in questa città è prendere la metro, non lo facevo da anni. A Roma non l’ho mai presa, qui a Napoli ho deciso di fare quest’avventura e sono rimasta colpita dalla vostra metropolitana piena di arte e di bellezza, una cosa meravigliosa mai vista in nessuna parte del mondo».
A teatro hai esordito con “Certe notti” e l’anno dopo ti abbiamo visto al fianco di Biagio Izzo in “Dì che ti manda Picone”. Come hai vissuto le due esperienze?
«Ho esordito a teatro nel 2017 con lo spettacolo “Certe notti” scritto da Antonio Grosso e diretto da Giuseppe Miale di Mauro sul terremoto dell’Aquila. Uno spettacolo molto forte, ma con un messaggio molto bello. È stata un’esperienza che mi ha fatto vincere la paura di stare sul palcoscenico a teatro, di recitare in un’altra lingua, perché comunque io parlo sempre l’italiano, litigo in italiano, amo in italiano, parlo con le mie bambine anche in italiano, però resta sempre una lingua che non è la mia, quindi cerco di rispettare chi lo fa da anni. Il teatro un po’ ti crea quella barriera iniziale, una volta rotta non hai più paure. Anzi quando sono lontana dal teatro sento che mi manca qualcosa. Nel 2018 ho portato avanti questa tournée lunghissima dello spettacolo “Dì che ti manda Picone” sempre di Miale insieme a Biagio Izzo. È stata un’esperienza bellissima per tutti e due perché anche Biagio ha avuto il coraggio di fare una scelta un po’ diversa dal solito. La gente è abituata a vederlo in veste di comico, ed è un bravissimo comico. Lui ha dei tempi mostruosi, davvero geniale, ma secondo me Biagio ha anche un cuore e una sensibilità che aveva paura di mostrare. Invece con questo spettacolo, ci siamo messi in gioco insieme. È stato un successone enorme, mi sono divertita, ho imparato un po’ di napoletano, ho mangiato tantissimo. Abbiamo iniziato la tournée magri e abbiamo finito con 7 chili in più».
Cosa ti affascina del teatro?
«C’è una sorta di condivisione delle emozioni molto forte che trasmette il teatro. Con questo non voglio dire che il cinema è diverso, ma il teatro ti dà la possibilità di prendere quello che senti dal pubblico in quello stesso momento in cu stai recitando. Chi ti guarda contribuisce a quella esplosione di emozioni sera dopo sera. Io che amo il mio lavoro profondamente, che mi piace tanto sperimentare, il teatro mi dà la possibilità di andare fino in fondo, nel senso che in televisione e al cinema fai quella scena e finisce, punto e basta, in teatro è una scoperta continua, una scoperta senza limiti. Quindi questa cosa per me diventa molto interessante».
Ti vedremo nuovamente sul palcoscenico?
«Sarò impegnata in un nuovo spettacolo su Sherlock Holmes, con Giorgio Lupano e Francesco Bonomo, in scena siamo undici attori. Io interpreto Irene Adler, una spia. Ho deciso di prendere questo impegno perché lei mi ha colpito tantissimo. È una donna coraggiosa, forte, sicuramente più forte di me, anche se devo ancora scoprirla perché non abbiamo ancora cominciato le prove. È una donna che si muove in un mondo scuro, un mondo pieno di uomini, e lei tiene testa, quindi un esperimento nuovo.
Nella serie televisiva “Un passo dal cielo” interpreti Eva Fernández, un personaggio che nel tempo è cresciuto e si è evoluto. Cosa vedremo nella prossima stagione?
«Eva è stato un personaggio che mi ha fatto scoprire anche una parte di me, una parte più spensierata, con la voglia di giocare, di prendersi poco sul serio. È sicuramente un personaggio molto lontano da me, ma su tanti punti di vista ho imparato molto da lei. Quest’anno invece avevo paura di affrontarlo di nuovo, perché è un personaggio molto sopra le righe, forse troppo, quindi non sapevo bene come poteva evolversi in maniera logica. Avevo paura che non si potesse più scrivere su di lei, quindi ero disposta ad abbandonarla con la morte nel cuore, poi mi sono riunita con gli autori e ho capito che c’era la possibilità di raccontare una donna diversa dal passato. Dopo cinque anni come sono cresciuta anche io, era il momento che crescesse anche il mio personaggio. Eva, infatti diventerà madre. Avrà una figlia con il commissario Vincenzo Nappi, che si chiamerà Carmela, come la madre del commissario, quindi si racconta una Eva più matura, più sofferente, anche più sbagliata».
Sbagliata perché?
«Perché lei dopo aver partorito cade in una depressione post parto e scappa. Quindi si raccontano tutti i contrasti di una donna che diventa mamma, che ama quell’essere con tutto il suo cuore, però c’è qualcosa dentro che la fa scappare».
Nel 2015 ti abbiamo vista affiancare Conti, Emma e Arisa alla conduzione del Festival di Sanremo, mentre nel 2017 sei stata scelta per presentare la versione spagnola di “Ballando con le stette” dal titolo “Bailando con las estrella”s. Ti piacerebbe vivere altre esperienze simili?
«Aspetto sempre che arrivi l’occasione giusta, quello che sento veramente nelle mie corde. È sicuramente un settore che ho scoperto dopo Sanremo, perché lì mi sono trovata per caso, anche se avevo già lavorato in televisione in Spagna, ho fatto anche molte cose che nessuno voleva fare, ma io li accettavo per pochi soldi, perché mi serviva per la gavetta. Mi sono ritrovata sul palco dell’Ariston che parlavo molto poco l’italiano, ero in Italia da meno di un anno. Nel 2017 ho condotto l’edizione spagnola di Ballando con le stelle e ho scoperto che mi è piaciuto molto e me la cavo, quindi è un posto dove mi sento a mio agio e mi piacerebbe continuare ad approfondirlo. Sono una donna molto curiosa e mi piacciono le sfide, mi piace mettermi in gioco e scoprire cose nuove».