Se sei nato nel posto sbagliato non puoi essere un bambino, non puoi avere un’anima oppure l’unica sarà irrimediabilmente nera; “Cuorineri – il direttore” (edito da Grausedizioni) è il romanzo d’esordio di Simona Pino d’Astore ambientato in una Brindisi deturpata dal contrabbando, dalla corruzione s’intrecciano le vicende di Franco Altavilla, Luigi Narcisi e Luigi Patisso.
Per circa centocinquanta pagine del libro una sensazione d’inquietudine accompagna il lettore; i tre protagonisti bambini sono il quadro della sofferenza, per loro non esiste amore, attenzione, ma solo dolore, sofferenza così esasperata da portarli a cercare un riscatto, una vita diversa. Da bambini a delinquenti il passo è breve, prima piccoli furti, rapine e poi poco alla volta la rabbia, la sete di potere guiderà i loro passi e li trasformerà in macchine infernali, uomini attirati dal mondo della malavita e dalla sua finta bellezza.
E’ difficile scorrere le pagine perchè l’unico codice che conoscono questi uomini è quello della brutalità, non arretrano davanti a nulla e perseguono la loro strada con ostinata fermezza. Del resto si sa un cuore nero, un uomo senza anima non può fermarsi, ha bisogno di non sentire più quella sensazione di inadeguatezza, di dolore che ha provato ogni qual volta è stato picchiato dal padre o di solitudine.
L’autrice conosce bene i fatti e i racconta forse per esorcizzarli. Cosa può cambiare la vita di un predestinato al male?Solo un avvenimento che sconvolge la tua “nera” quotidianità e così accade anche nel libro. I protagonisti cambiano in maniera radicale, cercano una nuova vita.
Nel libro i legami tra malavita e Stato sono sbattuti in faccia al lettore ed è così difficile accettarli eppure sono così puntualmente descritti da avere bisogno di fermarsi, di prendere fiato: secondini e politici corrotti, famiglie disgregate, potrà mai cambiare qualcosa? Forse sì se il cambiamento nasce da chi faceva girare gli ingranaggi, una catena si spezza e forse Brindisi, così come tutto il mondo, può cambiare.
Per l’autrice era forse necessario scrivere il libro e per il lettore è utile leggerlo perchè è ben scritto, coinvolgente, disturbante, vero e “forse un giorno gioverà ricordare tutto questo”.