Lo scorso 4 aprile 2019 è arrivata nelle sale italiane “DolceRoma”, pellicola scritta a partire dal romanzo “Dormiremo da vecchi” di Pino Corrias. Con la regia di Fabio Resinaro, il cast è formato da Lorenzo Richelmy, Luca Barbareschi, Valentina Bellè, Claudia Gerini, Francesco Montanari, Armando De Razza, Iaia Forte, Alessandro Cremona, Libero De Rienzo e Luca Vecchi. Da un regista come Resinaro era possibile aspettarsi altro, invece con l’aiuto di Fausto Brizzi come regista di seconda unità, la pellicola risulta essere un’innovativa commedia. “DolceRoma” è una commedia in cui l’azione è molto importante sia nel finale apocalittico, esagerato, e clamoroso, sia nel ritmo interno alle scene, che nella caratterizzazione dei personaggi che non sono i tipi da commedia ma quelli da film d’azione.
“DolceRoma” segue la storia di Andrea Serrano (Lorenzo Richelmy), un aspirante scrittore che è costretto a lavorare in un obitorio in attesa della grande occasione della sua vita che finalmente arriva. Un grande produttore cinematografico, Oscar Martello (Luca Barbareschi), decide di portare sul grande schermo il suo romanzo “Non finisce qui”, ma i capitali a disposizione sono modesti, il regista (Luca Vecchi) è incompetente e il risultato è disastroso. La protagonista, Jacaranda Ponti (Valentina Bellè) istigata dalla sua agente Milly (Iaia Forte), temendo ripercussioni alla sua carriera, distrugge tutti gli hard disk che contengono il montato del film. Ma Oscar Martello non può permettersi un fallimento, il film deve uscire. Il distributore Remo Golia (Armando De Razza) gli fa pesanti pressioni e anche la sua affascinante e facoltosa consorte (Claudia Gerini), gli fa capire che non può permettersi di andare in bancarotta. Così, con l’aiuto di Andrea, concepisce un piano diabolico: il rapimento da parte della criminalità organizzata della protagonista del film. Il piano sembra funzionare, nonostante il poliziotto Raul Ventura (Francesco Montanari) si metta sulle tracce di Oscar sospettando una truffa. Ma l’improvvisa e inaspettata scomparsa di Jacaranda farà precipitare la situazione e Andrea si rittova in un mondo fatto di feste e persone che «non dicono mai quello che pensano e non fanno mai quello che dicono». Come un Jep Gambardella molto meno elegante, Andrea capisce presto che per sopravvivere in questo mondo bisogna sapersi “vendere”.
“Dolceroma” è una pellicola che obbliga lo spettatore ad andare oltre quello che sta vedendo sul grande schermo; dopo un inizio fulminante deformato dalla lente del grottesco e dell’eccesso, il film si spegne un po’ assieme al suo vero protagonista, il produttore interpretato da Luca Barbareschi. Quando il ritmo incalza e le scene e i dialoghi “complottano” tra il trash e il ridicolo per creare un grande universo narrativo, “Dolceroma” è un grande film. Quando invece indugia e la recitazione diventa lenta, la pellicola non riesce a sostenere gli standard altissimi impostati all’inizio. Paradossalmente sono i momenti più seri quelli in cui il film sembra più povero ed esile, mentre quelli in cui preme sul grottesco sono quelli più dinamici e appassionanti.
Nonostante trama e intreccio un po’altalenanti che fanno perdere allo spettatore l’entusiasmo di seguire la storia, tale è stata la spinta della prima parte che si esce dal film comunque con la testa che gira, piena di idee nuove.