“Nonno Hollywood”, il brano sanremese di Enrico Nigiotti contenuto in “Cenerentola e altre storie…” ha ricevuto la certificazione Oro. In questo periodo il cantastorie livornese è impegnato in una tournée nei teatri italiani e il prossimo 15 aprile approderà al Teatro Acacia di Napoli con il suo “Cenerentola Tour”. Partito con una data zero, lo scorso 3 aprile da San Benedetto del Tronto, prima della tappa napoletana, il cantautore sarà il 9 aprile al Teatro Verdi di Firenze, il 10 al Teatro Della Concordia di Torino, il 14 al Teatro Politeama Greco di Lecce. A seguire l’artista si esibirà il 17 aprile al Teatro Toniolo di Mestre e il 23 al Teatro Politeama di Genova.
Il 3 aprile è partito da San Benedetto del Tronto la data zero del tuo nuovo tour anticipato a dicembre con altri tre concerti Milano, Livorno e Roma. In cosa si differenzia dalle precedenti date? Cosa hai preparato per l’occasione?
«La cosa di simile dalle tappe precedenti è che ci saranno in scaletta i brani di Cenerentola, con l’aggiunta di “Nonno Hollywood” e “La ragazza che raccoglieva il vento” dedicata ad Alda Merini, in più canterò alcuni mie brani vecchi, quindi ci sarà molto del mio repertorio. Per questo tour ho puntato molto alla musicalità e al suonato, ai momenti di virtuosismo, momenti belli. Inoltre sarò accompagnato da una band di musicisti straordinari, tutto questo facilita anche il buon risultato finale».
Veniamo al disco “Cenerentola e altre storie…”, l’edizione speciale dell’ultimo album di inediti che esce subito dopo la tua partecipazione al Festival di Sanremo.
«Credo sia stata una cosa giusta pubblicare una nuova edizione, perché ho potuto includere anche il brano sanremese. Se non l’avessi fatto “Nonno Hollywood” sarebbe stato un brano a parte, come se non appartenesse all’album, e non è così. Credo molto in questo lavoro discografico, ecco perché l’ho voluto arricchire di altre due canzoni. I brani che ho scelto al suo interno, mi rispecchiano totalmente».
Infatti “Nonno Hollywood che hai presentato in gara al Festival, racconta la tua storia, un pezzo autobiografico.
«È un brano che anche se ascolterò tra 50 anni resterà sempre vero. Parla di mio nonno, quindi quell’emozione sarà sempre viva».
Restando in tema di Sanremo, a distanza di due mesi, cosa ricordi?
«Mi ha aperto un nuovo percorso, infatti il mio pubblico si è sicuramente allargato ed ha capito di me delle cose in più. Ora mi sento parte della categoria dei cantautori, anche se ne ho fatto sempre parte, solo che questa canzone mi ha dato la giusta opportunità per sentirmi a tutti gli effetti un cantastorie».
L’album contiene anche un inedito dal titolo “La ragazza che raccoglieva il vento”, dedicata alla celebre poetessa e scrittrice Alda Merini. Come mai questo omaggio ad Alda Merini?
«Semplicemente perché tutto ciò che ha scritto Alda Merini è un vero e proprio capolavoro, ed è sicuramente una tra le scrittrici e poetesse più importanti che abbiamo avuto in Italia. La Merini aveva la capacità di emozionarti anche solo attraverso le sue interviste. Mi ricordo quando le ascoltavo, mi lasciava dentro un senso di angoscia, trasmetteva vita, e questa capacità di poter semplificare in parole le emozioni è del tutto rara. Riusciva a spiegarti quello che viveva lei, le sue emozioni, secondo me una cosa molto difficile da fare».
In Cenerentola troviamo anche il brano “Complici” in duetto con Gianna Nannini, con la quale già nel 2015 avevI collaborato aprendo il suo tour “Hitalia.Rocks”. Come è nato questo incontro e come si evoluto in questi anni?
«In realtà ho cominciato come open act ad aprire i suoi concerti, da quel momento è nata una stima nei miei confronti da parte sua. Dopo averle mandato il brano “Complici”, da lei molto apprezzato, lei stessa mi ha contattato per fare questo duetto, una collaborazione, il cui ricordo lo porterò sempre con me. Sono davvero molto felice».
Hai scritto canzoni per diversi artisti tra cui Laura Pausini, Eros Ramazzotti, cosa si prova ad ascoltare i tuoi testi interpretati da altri artisti?
«Sono stati i primi due artisti che hanno interpretato delle mie canzoni, quindi ho cominciato subito con il botto. È stata una bella sorpresa, una cosa inaspettata, che mi ha insegnato tanto. Posso definirlo un ulteriore orgoglio che mi porto avanti».
La tua crescita artistica ha vissuto diverse fasi: hai partecipato ai due talent più famosi in Italia, quali Amici ed X Factor e calcato il palco dell’Ariston per ben due volte. Quali rappresentano un percorso positivo e quali quello negativo?
«Di negativo sicuramente quello legato al fatto che alcuni momenti non li ho vissuti appieno, sicuramente in alcuni casi sono stato nel posto giusto al momento sbagliato. Di positivo è che tutte queste esperienze mi hanno insegnato qualcosa. Anche nei momenti negativi, c’è stata una sorta di positività perché mi sono impegnato di più ed ho capito meglio come scrivere le canzoni».
Hai composto due brani per il film “La pazza gioia” per il regista Paolo Virzì, in futuro ti piacerebbe ancora lavorare per il cinema?
«Quando si parla di musica, lavorerei per qualsiasi cosa, anche per il cinema. Scrivere canzoni è il mio lavoro, quindi mi farebbe molto piacere».
Come e quando nascono i tuoi testi? Quando scrivi ti ritagli del tempo oppure i brani nascono in qualsiasi momento della tua vita?
«È l’ispirazione a venirmi incontro. Quando inizio a scrivere so già che è un pezzo per cui ne vale la pena. Solitamente non sono uno che scrive a tavolino».
Cosa farai dopo questo tour?
«In questo periodo nei pochi momenti liberi sto scrivendo canzoni nuove. Per adesso voglio continuare a far vivere questo album che è giovanissimo, poi in futuro sicuramente ci sarà un prossimo album, ma c’è ancora tempo».