Il web offre infiniti sbocchi lavorativi, ma bisogna saperci fare, entrare nei meccanismi e non cascare in luoghi comuni ed altro. Abbiamo incontrato Marcello Cosa che, dopo aver finito il Dottorato di Ricerca in Economia aziendale, e dopo varie pubblicazioni scientifiche, a 30 anni si è dovuto reinventare con il sito web siamoalcompleto.it e poi con marcellocosa.it. Determinato e bravo lo abbiamo testato anche come docente in ambito Digital & Comunicazione e quello che colpisce è la semplicità e immediatezza con cui arriva ai discenti.
Hai scelto un settore in grande espansione che è il web ma al contrario di altri cerchi di fare chiarezza nel mare magnum di confusione e ignoranza. Un gioco leale il tuo, questa scelta paga?
La mia è proprio una missione sinceramente. Per indole mi sento un comunicatore, un divulgatore di cultura digitale. Sono consapevole delle grandi opportunità che il web ci può offrire e mi infastidisce vederlo relegato a puro hobby. Ho deciso di realizzare corsi, sia live sia online, per chi parte da zero così come sono partito io 10 anni fa. Spesso i vari “guru” si parlano addosso e non comunicano quasi niente.
Il turismo è un settore che in Italia ha stentato a decollare forse proprio per la mancanza di strutture pronte ad accogliere il nuovo turismo quello abituato a trovare tutte le notizie prima di affrontare il viaggio. Come aiuti le strutture ricettive?
Sostanzialmente in due modi: Con servizi di consulenza specifica, dalla redazione del piano digital alla realizzazione pratica di sito web e campagne marketing; con programmi di formazione online attraverso video-corsi specifici per il settore della ricettività, e con sessioni di coaching personalizzati. La vera sfida per chi gestisce una struttura turistica è cercare di non affidare il destino della propria attività alle OTA (Online Travel Agencies).
Come si diventa social media manager?
Studiando e sperimentando, ma senza improvvisare. Il consiglio che do sempre a tutti i miei allievi che vogliono iniziare questa attività è questo: inizia dalle attività locali a te vicine, fagli ottenere dei risultati tangibili, “registra” tutto quello che fai (screenshot, statistiche, ecc.), crea il tuo portfolio di casi studio.
Ci dai la tua definizione di marketing?
Per me, il marketing è dare alle persone ciò che vogliono, è risolvere problemi in modo concreto. Il miglior marketing non sembra marketing, tanto per citare Tom Fishburne.
Si parla di globalità ma l’Italia ed il sud in particolare che rapporto ha con il web?
Siamo indietro parecchio purtroppo (sono del sud). Ma non si tratta solo di arretratezza tecnologica, ma soprattutto di mentalità. Si tende a pensare che il web sia solo un passatempo o, peggio, qualcosa di pericoloso. Devo dire però che ho dei segnali positivi di piccoli cambiamenti, specie nei ragazzi più giovani. Me ne accorgo dai corsi live che di solito tengo in ambito digital marketing.
Millenials e generazione z, come si lavora con loro e che differenze tra le generazioni?
Ecco, come accennavo prima, ho il privilegio di osservare anche i ragazzi più giovani soprattutto durante i miei corsi in presenza ed ho notato l’esistenza di due grandi categorie nei cosiddetti Millenials: ci sono quelli “fulminati” dai social, sono intrappolati nella “logica del trucchetto” e infatti mi chiedono sempre qual è la formula magica per guadagnare su internet. Peccato che non esiste. La seconda categoria è quella degli “assennati”, hanno la testa ben salda sulle spalle ed hanno capito che il web può offrire delle opportunità, ma sanno anche che bisogna studiare e fare fatica.
Come si diventa un punto di riferimento?
Offrendo reale valore alle persone, facendosi apprezzare mediante contenuti che risolvano veramente dei piccoli grandi problemi quotidiani. Mattoncino dopo mattoncino con molta pazienza e determinazione, la gente inizia a fidarsi di te. Così si abbattono le naturali barriere di diffidenza che tutti noi abbiamo.