Dopo aver toccato Bologna e Roma, Antonello Venditti approda al Palapartenope di Napoli con “Sotto il Segno dei Pesci”, il tour che celebra i 40 anni di uno degli album più significativi che ha fatto la storia della musica italiana.
«Napoli è la città della vita, dell’amore, della musica. Molti ricordi mi legano a Napoli, come anche tanti amici. Vorrei prima di cominciare questo lungo cammino musicale, dedicare questo concerto ad una ragazza che ama da molto tempo la mia musica e che questa sera doveva stare qua con noi, ma a causa di un incidente è stata costretta a restare a casa. Questo concerto è dedicato a lei, a Napoli, a noi e alla festa di “Sotto il segno dei pesci”».
Il concerto si sviluppa in tre diverse fasi. La prima vede Venditti presentare alcuni brani recenti, altri un po’ meno come: “Raggio di Luna”, “I Ragazzi della Tortuga”, “Giulio Cesare”, Piero e Cinzia”, “Peppino”, “Stella”, “Non so dirti Quando”, in cui omaggia Pino Daniele e Lucio Dalla, e ancora “Marta” e “Lilly”.
Si entra nel vivo della serata. Il cantautore romano coinvolge il pubblico del Palapartenope, eterogeneo e numeroso, nel suo show musicale, in cui a rendere l’atmosfera ancora più calda ed accogliente sono i racconti. Venditti, proprio come se stesse nel salotto di casa sua – in compagnia dei suoi amici più cari – rivela alcuni aneddoti legati alle sue canzoni, a come questi hanno interagito nel suo cammino artistico e hanno disegnato la sua carriera. Seduto al pianoforte interpreta altri tre grandi successi: “Compagno di scuola”, “Ci vorrebbe un amico” e “Notte prima degli esami”.
Il viaggio musicale di “Sotto il segno dei Pesci” entra nella seconda fase, quella tanto attesa dal cantante, ma anche del suo pubblico. Venditti invita sul palco la sua band storica, oltre ai musicisti che lo hanno accompagnato dall’inizio della serata, per interpretare gli otto brani presenti nel suo album più importante. Canzoni, senza tempo, che sono entrate nella memoria collettiva di un intero Paese, che raccontano un’epoca e che parlano ai ragazzi di oggi con un linguaggio contemporaneo, proprio come lo faceva ai giovani di allora.
«È stata la mia svolta musicale, poetica. Il mio disco più importante, in cui ho affrontato diversi tempi, come la politica e i suoi riflessi sulle persone nel brano che dà il titolo all’intero album “Sotto il Segno dei Pesci”. E ancora la comunicazione ne “Il Telegiornale”, il viaggio dentro e fuor di metafora di “Bomba O Non Bomba”, la droga in “Chen il Cinese”, la tenerezza per “Sara”, l’amicizia con De Gregori in “Francesco”. Tutti temi che sono ancora molto attuali».
Il concerto sembra avvicinarsi alla fine, ma in realtà manca ancora una terza fase, ricca di canzoni che hanno segnato diverse generazioni. Antonello Venditti, nel pieno della sua forma artistica, carico e con una voce limpida, si lascia trascinare dall’entusiasmo del pubblico napoletano cantando i brani: “Dimmelo tu cos’è”, Dalla pelle al cuore”, Unica”, Che fantastica storia è la vita”, “Amici mai”, “Alta marea”, “Benvenuti in paradiso”, “In questo mondo di ladri”. Le luci si spengo, Venditti esce di scena, ma prima di salutare definitivamente i suoi fan, torna sul palco per salutarli, cantando “Ricordati di me”.
Dopo il Palapartenope di Napoli, il tour “Sotto il segno dei Pesci” prosegue il 22 marzo al Pala Alpitour di Torino, il 29 marzo al Mediolanum Forum di Milano, il 6 aprile al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 13 aprile al Palaflorio di Bari, il 18 maggio a Genova al Rds Stadium e il 25 maggio al Pala Barton di Perugia.