“Tanti guai per Felice Sciosciammocca” sarà in scena al Sannazaro di Napoli fino al 3 marzo con Benedetto Casillo e la sua compagnia.
“Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione è n’anno”, “Tutti avvelenati”, “Inferno, Purgatorio, Paradiso” sono tre farse di Antonio Petito attore e drammaturgo dell’inizio Ottocento, che bene ha saputo impersonare i pregi e difetti del popolo napoletano. Benedetto Casillo ha raggruppato in una sola farsa le tre storie di Don Felice Sciosciammocca avvocato ingegnoso e pieno di fantasia ma dedito al vizio del gioco e ha festeggiato i cinquanta anni di attività artistica costellati di grandi successi, sempre nel rispetto della nostra gloriosa tradizione teatrale,preservandola e diffondendola con dedizione e amore incondizionati,senza mai stravolgerla o ridurla a una mera operazione commerciale o di facciata.
La sua è una comicità pulita, diretta senza artifici e priva di volgarità gratuite,frutto di uno studio attento e mai superficiale, perché il Teatro è soprattutto sinonimo di cultura nel senso più ampio del termine. Don Felice si innamora, ricambiato, della figlia di un calzolaio che ostacola la loro storia, che ha un inaspettato e roseo lieto fine grazie a una provvidenziale eredità. Il fil rouge che unisce il tutto è l’imprevedibilità della fortuna-destino-buona sorte, tema molto caro al popolo napoletano che filosoficamente ha cercato sempre di propiziarsene i favori.
Una esilarante commedia degli equivoci dove l’affiatata compagnia di attori ha dato il meglio di sé, conquistandosi il meritato favore del numeroso pubblico in sala. Un plauso va a Marco Lanzuise (Aniello), Luciano Piccolo (cavalier Battiloro), Gennaro Morrone (Armando lo scarparo), Enza Barra (Bettina), Benedetto Casillo (Felice), Ida Anastasio (Donna Virginia), Ida Anastasio (donna Virginia). Nella seconda parte dello spettacolo Casillo ha ricordato i suoi inizi con il duo comico ”I Sadici Piangenti” insieme al fraterno Renato Rutigliano, deliziando il pubblico con alcuni indovinati e sempre attuali sketch.
Una menzione speciale all’ottimo maestro Carmine Mandia che ha accompagnato con la sua fisarmonica lo svolgersi dello spettacolo. Esaustiva la frase di Casillo nel finale spettacolo: “Il Teatro può unire con un sottile filo invisibile le anime, i pensieri e la vita stessa”. Da vedere.