Sabato 9 febbraio 2019: a Sanremo è il momento della resa dei conti. Alla finale del Festival siamo arrivati al momento della verità e degli ultimi sms.
L’ultima serata inizia con uno degli artisti che ha fatto poi incetta di premi, ovvero Daniele Silvestri. Si continua poi con Anna Tatangelo, Ghemon, Negrita, Ultimo e Nek. I primi sei artisti convincono con le loro interpretazioni più di quanto avessero fatto nelle precedenti serate. Il pubblico applaude entusiasta, ma nessuno di loro (Silvestri a parte) sembra meritevole del podio.
A stemperare la tensione ci pensa Eros Ramazzotti che ci riporta indietro di vent’anni. In questa serata finale Baglioni non risulta onnipresente sul palco. Accompagna gli ospiti e sostiene i cantanti in gara senza mettersi in risalto come ha fatto fino a venerdì: notevoli miglioramenti del sabato sera.
La prima vera standing ovation del pubblico arriva però per una delle favorite di questa 69esima edizione: Loredana Bertè. Il suo brano piace, la sua interpretazione pure, il pubblico ci spera fino alla fine.
Continua Renga seguito da Mamhood cha fa ballare l’Artiston e dagli Ex Otago che si fanno finalmente notare anche dallo spettatore più distratto, finalmente.
A rovinare l’atmosfera ci pensano i ragazzi de Il Volo che però piacciono a molti, non riesco a capire il perché.
Paola Turci, Zen Circus e Patty Pravo e Briga formano un trio di canzoni piacevoli da ascoltare tutte di fila. La Turci ci regala finalmente la sua interpretazione migliore e convince più che mai, gli Zen Circus donano al pubblico minuti intensi e potenti: la loro canzone merita davvero tanto. Con Patty e Briga ci si diverte grazie anche al siparietto di Virginia Raffaele nell’accogliere la Pravo sul palco.
Emozionante l’omaggio a Luigi Tenco fatto da Baglioni e l’incantevole Elisa che torna sul palco che l’ha consacrata oramai 20 anni fa. Si chiudono dei cerchi in attesa del podio.
Si continua con Arisa malata e con la febbre a 40 che però canta la sua “Mi sento bene” tra le lacrime. Dimostra di essere una vera artista in quanto, a fatica, arriva alla fine del brano regalandoci una buona esibizione. Tra Irama, Achille Lauro, Nino D’Angelo e Livio Cori e Federica Carta e Shade vale la pena sottolineare solo l’esibizione di “Rolls Royce” che fa ballare l’Ariston: Lauro è sicuramente stata una delle scoperte di questo Festival.
Torna anche Cristicchi e il teatro si raccoglie per ascoltarlo. Difficile fare di meglio dopo di lui e infatti non succede né a Boomdabash né a Nigiotti che ripropongono i loro pezzi “tipicamente sanremesi”. Nigiotti ancora una volta canta quasi alla fine e oramai ci scherza su “sono abituato a fare tardi” che, tradotto “sono tra i pochi sfigati che non ha avuto mai l’occasione di essere ascoltato dai 9 miliioni di telespettatori di inizio serata”.
Chiude magnificamente con la sua esibizioni più bella Francesco Motta. Si è finalmente impadronito del palco e dimostra al pubblico cos’è realmente capace di fare. Veramente bravo.
Si chiude il televoto e si inizia a leggere la classifica dal 24esimo posto dove troviamo Livio Cori e Nino D’Angelo: una delle poche posizioni per cui nessuno protesta. Si inizia a salire ed ecco scartati artisti come Cristicchi, Silvestri, Arisa, Achille Lauro, Renga… si arriva alla 4 posizione dove scopriamo la Berté come medaglia di legno e il pubblico in teatro protesta. Baglioni, Bisio e Raffaele devono ripristinare l’ordine, la Berté fuori dal podio fa arrabbiare e molto. Si giocano il primo posto Ultimo, Il Volo e Mahmood.
Vince, fortunatamente, Mahmood seguito da Ultimo (premiato però TIM MUSIC) e Il Volo.
Per Cristicchi arrivano i premi Sergio Endrigo e Miglior Composizione Musicale; per Silvestri invece Premio per Miglior Testo, premio Mia Martini e Lucio Dalla.
Come lo stesso Bisio però ha affermato nel placare l’Ariston: verrà ricordata come l’unica vera vincitrice di questo festival l’incantevole Loredana Bertè.
Lascia il sapore d’amaro questo podio, come oramai accade da anni. Cosa sarebbe però Sanremo senza questo particolare retrogusto polemico?