Andrea Andrillo è al suo esordio discografico con “Uomini, bestie ed eroi”. Il lavoro apre una trilogia d’autore. Un pout pourrì di suoni che invocano solitudine e consapevolezza. Timbriche che inneggiano il coraggio ed insieme il sacrificio. Una carezza di motivi, che “esaltano” gli sfarzi della società, pur celebrando l’essere fratelli e figli di una stessa terra. Un disco pregnante quello del cantautore sardo, in cui la mescolanza dei contenuti è rappresentata in modo evidente dai testi scritti in sardo ed insieme in italiano.
Andrea Andrillo esordisce artisticamente come solista, tra il 2010 ed il 2013. Anni dopo collabora con con “Galleria Magenta 52”, Design a Vimercate (Mi). L’occasione sarà quella della mostra “Tracce” del pittore Armeno Gaguik Martirosyan. Una collaborazione che riceve una ripresa nel 2017. Le musiche sono il contorno di un video di animazione “dadaista”, del regista iraniano Majid Aghili e le cui immagini tratte sono quelle dei dipinti di Martirosyan. Da qui un’impennata di interazioni di carattere artistico musicale. Collabora con il pittore street/artist Fabio Buonanno, le cui immagini danno corpo alla copertina del primo Ep di Andrea Andrillo nel 2015, “Atlantide prima della pioggia”, un disco interamente autoprodotto. Successivamente partecipa in ambito teatrale a “Finchè lei non ci separi” di Annalisa Zedde e Mauro Sollai, eseguendo “Corpore presenti”. Musiche scritte appositamente per lo spettacolo. Nel 2017 Andrillo firma le musiche della colonna sonora del cortometraggio “Xavier”, del regista Giovanni Coda. Ad ottobre 2018 è la volta di una prosecuzione collaborativa con il regista, per cui firmala colonna sonora del lungometraggio Mark’s Diary, una cooproduzione sardo/inglese. Dopo queste esperienze Andrea Andrillo pubblica l’album d’esordio “Uomini, bestie ed eroi”. Nove brani diffusi dall’etichetta discografica Radici Records. Si parte con Forte Sognare, una traccia dal corpo soave, avvolta da suoni penetranti. L’indubbio spessore sonoro, arriva immediato. Deserti di sale ci coinvolge con una timbrica decisa, che definisce caratterialità antropologica. “Così cane mangia cane in libertà”. Così canta Andrillo in Atlantide prima della pioggia. Ripresa della title track del suo primo Ep. Un pezzo che invita alla riflessione sullo scenario socio/politico degradante. “Si fanno congetture per poi non dire niente, quanto parla la gente….quanto parla la gente. Chissà se quando ridi ondeggi come fiori….e se in fondo a quegli occhi che dicono di cielo, davvero scorre un fiume”. Osservazioni sociali continuano ad essere scandite in Irene. “Ho sognato che potevo dirti che, che tutto è più bello quando sei con me…figlia io ti amo, chiusa in un silenzio che mi ruba tutte le parole ma non quel che ho nel cuore”. Intonazione delicata in Nata nel silenzio, un motivo speciale, con un bellissima sinfonia che ci fa volare nei sogni, nella fantastica immaginazione, nell’ascolto di parole che invocano un inno dedicato di un padre alla figlia. I brani Paternidadi , Aveva undici anni e Gorizia tu sei maledetta, raccontano in musica le descrizioni popolari ed insieme storiche di uno scenario contaminato. Canzoni che ricordano la coscienza del popolo e la necessità di annientare l’idea di non avere più un “volto”. Il filo conduttore di Uomini, bestie ed eroi, vive un cambio di scena con l’interessante “replica” di Enjoy the Silence dei Depeche Mode, che Andrea Andrillo ripropone in una chiave acustica di affascinante piacevolezza. Chiude l’album, Bitter Song.