Edoardo Siravo in Amore, ingenuità, poesia, sogno…, porta in scena Goffredo Parise con un testo toccante, dolce, intenso, “Età”, tratto da I Sillari, al Teatro Palladium di Roma. Un racconto che parla di tutto: amore, solitudine, poesia, sogno, un ripercorrere la vita.
Un uomo, ormai alla fine dei suoi giorni, senza futuro e vicino alla morte, si interroga, scoprendosi e scoprendo le sue intimità, le sue paure, i suoi sentimenti. Parte dall’inizio, ripercorrendo la vita da quando, i bambini si nutrono del dolce e bianco latte materno. Un racconto di vita, che lo vede ripercorrere la propria, mentre si affaccia all’amore, al piacere, al divertimento, giovane e ricco di speranza, poco incline al pensiero futuro, concentrato sul presente e sulla vita vissuta al momento.
Così si ritrova a pensare alle scelte fatte, quasi sempre legate al suo piacere, al suo voler essere libero, ma anche a ripensare alla politica che caratterizza, volente o nolente, la vita di ognuno di noi, perché non siamo isolati, ma siamo una comunità. Riavvolgendo il nastro della sua esistenza, l’uomo si riscopre solo, in una casa che gli ricorda cosa si è lasciato alle spalle.
Insieme a Siravo, sul palco due attrici: Monica Bonomi e Stefania Barca che rappresentano i personaggi dei suoi racconti che tra una battuta e l’altra, mostreranno all’uomo la sua pigrizia, il suo ozio, la sua ostinazione contro i cambiamenti e il suo legame verso un mondo passato che non può tornare.
I tre attori si presentano all’inizio dello spettacolo, interamente vestiti di bianco. La scena si presenta minimalista, una grande pedana con al centro una sedia e intorno delle strutture con plastica, a rappresentare specchi nei quali l’uomo si osserva e si racconta. Alle spalle la proiezione a tratti, di un video, che all’inizio racconta della nascita: un po’ di latte in un cucchiaio che lentamente si allarga e il bianco appare come un foglio sul quale si può trascrivere la propria vita, imprimere in esso i propri ricordi.
Tra divertimento e risate si riflette su temi importanti, come quello delle relazioni, dei figli, ma anche di ideali e politica. Siravo appare in piena forma su un testo che è difficile, impegnativo, ma che gli permette di mostrare quanta passione, esperienza e bravura regala questo attore. Si diverte, si innamora, si riempie di malinconia e il pubblico non solo lo segue, ma lo sente.
Ci sono dei tratti dello spettacolo che arrivano a vere esplosioni, come il monologo di Monica Bonomi, che raccoglie un grande applauso del pubblico, per arrivare alla fine, dove i tre attori, ritorna a indossare indumenti canditi, pronti a lasciar andare il protagonista.
Un testo davvero interessante, impegnativo e vivido, sapientemente diretto da Lorenzo Loris e interpretato intelligentemente da Edoardo Siravo, coadiuvato da due colleghe all’altezza.