Con “Be yourself”, l’album di inediti, Nick The Nightfly celebra la sua lunga carriera artistica, come musicista, cantante, disc jockey e voce di Radio Monte Carlo. “Be Yourself” (Incipit Records/Egea Music/Edel Italy) disponibile su tutti gli store digitali ed in cd e vinile, rievoca gli incontri, i viaggi e le amicizie che hanno lasciato un segno nella vita di Nick The Nightfly. Un album di musica colta e raffinata che attraversa il jazz, la bossa nova, il pop, il soul ed alla cui realizzazione hanno collaborato gli Incognito, Fabrizio Bosso, Nicola Conte, Paula Morelenbaum. “Be YourSelf” comprende 12 brani scritti e prodotti dallo stesso Nick The Nightfly più due bonus track “Paris (Nicola Conte Rework)”, “Oh Lord”, “Winds Of Change (Feat. Incognito)”, “Be YourSelf”, “This Is The Life”, “Brazil”, “Old Friends”, “Riding On A Train”, “New York”, “Shine A Light”, “Chicago”, “Tonight”. Bonus tracks: “The Shadow Of Your Smile”, “Winds Of Change (Incognito-River Thames Soul remix)”.
Nick the Nightfly vanta una straordinaria carriera come musicista e conduttore radiofonico. Il suo programma in onda su Radio Monte Carlo, “Monte Carlo Nights” da 30 anni propone musica di qualità, come la new age, la fusion, la world music, la musica brasiliana, il jazz, l’acid jazz e negli ultimi anni anche i suoni del nujazz, il lounge e la chill out. Spesso Nick si esibisce in diretta radiofonica con i suoi ospiti e tra i tanti va citato il duetto con Pat Metheny. Con il suo 5tet ha suonato nei club e festival d’Italia: da Umbria Jazz a Bolzano Jazz Festival fino al Blue Note Milano. Con la sua “The Nightfly Orchestra” sul palco è stato affiancato da ospiti speciali come l’amica Sarah Jane Morris e Dominic Miller, The Yellow Jackets, Dee Dee Bridgewater, Patti Austin. Ha inciso con il suo 5tet gli album “Don´t Forget” e “Nice One” mentre con la “Nick The Nightfly Orchestra” ha pubblicato “Live At The Blue Note” (Edel), “The Devil” (Edel) e il triplo CD Box “Swing & Sing” (Edel). Il nuovo album “Be yourself”, anticipato dal singolo omonimo, è stato presentato al Blue Note Milano e all’Umbria Jazz Winter” di Orvieto.
È uscito “Be yourself” il disco della tua maturità artistica. Ma cosa rappresenta questo album per te?
«Una nuova partenza. È stato un lavoro impegnativo, ogni disco è come un figlio. Quando mi sono ritrovato il cd e il vinile tra le mani mi sono sentito davvero soddisfatto. Ho voluto curare personalmente la copertina e il libretto con i testi delle canzoni e i ringraziamenti agli artisti con cui ho collaborato».
Il singolo “Be yourself”, title track del disco, è un brano che invoglia a restare se stessi e si contraddistingue per lo swing stile anni ’50…
«Sì, l’ho composto suonando l’ukulele. È un incoraggiamento ad essere unici ed è rivolto non solo a me ma anche agli altri. Solo in questo modo la vita diventa più semplice e si trova quella sicurezza per affrontarla. Non sempre è facile stare con gli altri e confrontarsi. Questa è una canzone spensierata, una pillola di felicità e quando la canto mi fa stare bene».
“Oh Lord” rievoca il giorno in cui lasciasti Glasgow per trasferirti a Londra. Quali ricordi conservi di Nick ragazzo?
«Ero curioso ed innamorato della vita e della musica, come ancora oggi. Ero giovane e volevo conoscere il mondo, così partii dalla Scozia con la mia chitarra e arrivai a Londra, la grande città, che per me significò un punto d’arrivo fondamentale. Sognavo di diventare un autore di canzoni. Poi il mio viaggio continuò ed arrivai in Italia. Vivo qui ormai da più di trent’anni e sono veramente felice».
Chi è il primo musicista che hai incontrato nel corso della tua vita?
«Un pianista, un amico che suonava con me quando avevo 15 anni. A lui ho dedicato la canzone inserita nell’album dal titolo, “Old Friends”. Non lo vedevo da più di 25 anni e quando ci siamo rivisti, guardandoci negli occhi, mi è sembrato quasi che quegli anni si fossero fermati. Sono convinto che anche se passa il tempo una vecchia amicizia non debba mai morire».
I brani “Brazil” e “Paris” raccontano di due dei tuoi viaggi ed entrambi si distinguono per una trascinante bossa nova…
«“Brazil” nasce dalla mia passione per la musica brasiliana che ho sempre suonato. È un omaggio al Brasile e ai grandi autori della bossa nova come Antônio Carlos Jobim, João Gilberto, Chico Buarque e Jorge Ben. Nel brano interviene una cantante di Rio de Janeiro, Paula Morelenbaum. “Paris” è il mio tributo alla città romantica che amo da sempre, la canzone ha una leggera bossa nova che la rende elegante».
“New York” e “Chicago”, invece, sono due pezzi di intenso jazz…
«“Chicago” è un pezzo tirato e veloce, fa rivivere il jazz dei primi anni quaranta ed è dedicato ad un eccellente jazzista di oggi Kurt Elling. “New York” è l’omaggio alla città e al grande Tony Bennett. Quando l’ho sentito cantare, mi ha commosso, perché ha un’intensità indescrivibile. È la leggenda vivente del jazz».
Per un musicista il concerto è la linfa vitale da cui trarre ispirazione. C’è un live che ti ha coinvolto in maniera singolare?
«Tra i tantissimi concerti sicuramente resteranno memorabili le serate all’Umbria Jazz e al Blue Note Milano».