«Con The Little Child ho voluto raccontare non solo una fiaba natalizia, bensì una fiaba interiore. Perché quel mondo che ho trasferito attraverso le immagini, possa essere percepito apparentemente come una storia classica di “C’era una volta”, oppure come un viaggio psicologico dentro noi stessi». Un delicato contenuto emozionale è quello che il regista Michele Pastrello, ci regala con la realizzazione del breve microfilm dal titolo The Little Child “A Natale incontra il tuo Bambino interiore”. Una produzione che comunica una meravigliosa forza energetica, grazie al potere delle immagini, che unite ai suoni ed alla musica, creano un immaginario fiabesco, pur senza l’uso delle parole. Un duplice chiave d’interpretazione, una descrizione che si muove sul filo delle tematiche psicologiche. La ricerca nello spazio più intimo, in cui possiamo confrontaci e ritrovarci, con il bambino che è in noi. Michele Pastrello è un regista italiano sui generis, le cui produzioni si caratterizzano per una voglia di astrarre la materia delle sue storie, verso una forma che non ha paura di rasentare un puzzle quasi pubblicitario delle immagini, sorretta da un’impalcatura incrociata da videoclip. Un binomio per cui, quasi come in un paradosso, si generano emozioni dalle vibrazioni sottopelle. Una creazione insolita, è dunque quella diffusa da Michele Pastrello, che rivolge attenzione al rapporto tra le immagini ed i circuiti psicologici. Il modo in cui dalla loro interazione si possa “sentire” il bagaglio emozionale. “Noi lo conosciamo il nostro bambino interiore? Sappiamo prendercene cura”? È su questo fondamento che Michele Pastrello propone una riflessione sul tema del puer aeternus. Il bambino interiore che rappresenta una realtà della struttura psicologica dell’adulto. Il microfilm esordisce con una citazione dello scrittore norvegese Jostein Gaarder e racconta la storia allegorica e fiabesca di un viaggio emozionale. Un uomo adulto che si ritrova in un bosco misterioso. Un viaggio interiore dalla speciale intensità. L’incontro delle dinamiche tra l’io adulto verso l’io bambino. Nel corso del viaggio, l’uomo giungerà ad un piccolo castello in cui si imbatterà in tre guardiani che lo lasceranno momentaneamente entrare. Al suo interno incontrerà un bambino che sembra quasi attenderlo. Il bambino vive in una graziosa dimora di legno dalle “atmosfere” natalizie. Eppure, nonostante la sua sicurezza, in questa dimora sente dei limiti che quasi lo imprigionano. La chiave è quella dell’immediata allegoria della sua incapacità di superare le paure e andare oltre. In questo incontro qualcosa cambierà. Una successione di curiosità magiche, che alternano introspezione, suspense e travolgente riflessione, sono i caratteri distintivi di The Little Child. Un lavoro di grande acutezza, che Michele Pastrello ha girato nell’Alpago poco dopo le piogge ricorrenti ed impetuose di novembre appena trascorso. Il regista ha scelto come protagonista Samuele. Un bambino del luogo, senza alcuna esperienza recitativa. Prodotto dal documentarista, nonché produttore Massimo Belluzzo per Zetagroup SRL. The Little Child (Il bambino che è in te) arriva al nostro sguardo, emozionandoci.
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