In scena al Teatro Sannazaro di Napoli, fino al 25 novembre, lo spettacolo “La divina Sarah” tratto da “Memoir” di Johnn Murrel, versione francese di Eric Emmanuel Schmitt, traduzione italiana di Giacomo Bottino, con la regia di Marco Carniti. Il difficile ruolo della “Divina Sarah dalla voce d’oro” è affidato alla pluripremiata (Mostra di Venezia, Nastri d’argento) attrice di teatro e cinema Anna Bonaiuto accompagnata da Gianluigi Fogacci che interpreta il fedele segretario Pitou. Sarah Bernhardt, creatura dotata di grande intelligenza e volontà – con una enorme energia che ipnotizzava il pubblico, sotto un’apparenza fragile e delicata – ha saputo negli anni tenere accese su di sé le luci della scena. “Voi siete il sole che serve a farci dimenticare che l’universo è buio” dice il fedele Pitou, non sprofondando mai nell’oblio, servendosi di qualunque tipo di pubblicità per alimentare il suo carisma (amava circondarsi di animali esotici e dormire in una bara di raso) e coltivare l’immagine di diva che aveva saputo creare partendo dal nulla. L’autore ripercorre gli ultimi anni di vita della Divina, malata e indebolita da un incidente che l’ha costretta a subire l’amputazione di una gamba, ma non domata dalle vicissitudini della vita. Il regista analizza la sua profonda disperazione interiore (una lucertola schiacciata dai colpi del sole cocente) attraverso un excursus a ritroso nel tempo, un viaggio di immagini, considerazioni, ricordi, personaggi che hanno caratterizzato la sua movimentata e ricca esistenza. Il fedele segretario (l’eclettico Gianluigi Fogacci) si trasforma, con consumata maestria, nel personaggio rievocato dalla Bernhardt. Figlia illegittima di madre ebrea cortigiana con una clientela ricca e influente, trascorre gli anni dell’adolescenza in collegio, poi dalla relazione con il Principe Georges Lamoral de Ligne nasce il suo unico figlio. Nella sua turbolenta vita privata, ricca di amanti, storie con donne artiste e intensi rapporti con Gabriele d’Annunzio, Victor Hugò e Oscar Wilde, si è sposata con Aristides Damala più giovane di lei, che muore per abuso di droga. Si è esibita con successo in “Phèdre”di Racine , il suo cavallo di battaglia Marguerite Gautier nella “Signora delle camelie”. È stata la prima donna a recitare in abiti maschili nell’Amleto di Shakespeare suscitando enorme scalpore.
La scenografia dello spettacolo è funzionale alla narrazione drammaturgica, che ripercorre efficacemente, quasi come in un lucido delirio, le notti insonni della Diva presa dal timore di chiudere gli occhi e di non poterli più riaprire. Il grande scrittore Oscar Wilde ha sostenuto su Sarah Bernhardt che la sua eccentrica e turbolenta vita l’avrebbero resa immortale, e che gli eccessi vissuti erano da considerarsi peccati capitali.
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