Oumuamua, il misterioso intruso spaziale a forma di sigaro gigante, fa sognare il web: classificato prima come asteroide e poi cometa extrasolare, ora viene incoronato dal popolo della rete come un veicolo alieno.
Ad accendere la fantasia degli appassionati di fantascienza sono stati due astronomi del prestigioso Harvard Smithsonian Center for Astrophysics (CfA), che esaminando l’anomala accelerazione e l’insolita traiettoria hanno ipotizzano che si possa trattare sia di un inedito oggetto interstellare di origine naturale, ma perfino anche di un oggetto artificiale.
Ricordiamo che Oumuamua ha fatto capolino nel 2017 nel Sistema Solare ed oggi lo studio che avanza l’ipotesi che si possa trattare di un oggetto di origine artificiale ha suscitato grande clamore appena apparso su ‘Arxiv’ ( il sito che traccia gli articoli scientifici prima della revisione in vista della pubblicazione ufficiale).
Spiega Elisabetta Dotto (ricercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) all’Osservatorio Astronomico di Roma) che come scienziati hanno il compito di esplorare tutti campi non battuti anche avanzando ipotesi non convenzionali, ma solitamente la soluzione più plausibile risulta essere quella più semplice: gli ‘strani comportamenti’ Oumuamua possono essere spiegati già con l’ipotesi della cometa extrasolare, formata da ghiaccio e rivestita da una crosta scura di materiale organico.
Trascurando, dunque, le più fantascientifiche ipotesi in merito alla natura di Oumuamua è possibile sicuramente osservare che il suo passaggio è di grande importanza per la scienza perché ha dimostrato per la prima volta che simili oggetti extrasolari possono arrivare vicino al Sole, portando materiale organico da un sistema planetario all’altro.