Nunzia Schiano non sbaglia un colpo, dal cinema al teatro riesce sempre a restituire personaggi perfetti, con cuore, tecnica, anima e bravura. Una vita spesa per l‘arte ed, evidentemente, l’arte è di famiglia, sarà la protagonista di un cortometraggio scritto da suo figlio, ce ne parla?
Si tratta di un cortometraggio dal titolo “Corderoy” in cui interpreto una cuoca un po’ particolare, non posso dire troppo perché il regista “figlio” Francesco Mucci, non vuole che si sveli la trama. Ė stato un lavoro portato a termine in tempi strettissimi ma molto soddisfacente, grazie anche all’apporto di amici attori, quali Maria Bolignano, Lello Serao e Raffaele Ausiello. La produzione è di Tcc Teatro Cooperativa.
Cosa pensa del cinema italiano contemporaneo?
Lo trovo interessante soprattutto in alcune figure, come Garrone, con cui ho collaborato due volte in pellicole premiate, Luca Miniero, Genovese, ci sono poi giovani registi interessanti ed altri affermati con cui lavorerei volentieri a patto di sentirmi in parte per i ruoli proposti, devo essere convinta delle mie scelte e al di là della stima personale devo capire cosa posso dare alla storia e al personaggio che mi viene proposto. Credo si debba sviluppare bene la sceneggiatura dopo l’idea, per permettere all’attore di incidere col proprio lavoro, ecco forse si tenta ancora troppo di andare sul sicuro, o meglio sul facile, si osa poco nel proporre storie che possano lasciare un segno nello spettatore.
Ha sempre un occhio particolare per i giovani infatti partecipa a molte opere prime, cosa trova in loro?
Sono una persona curiosa, mi piace il confronto, che mi stimola a fare sempre meglio, a scoprire approcci nuovi al lavoro. Nel contempo è anche un modo, se vuoi, un po’ materno, di passare dalle parole ai fatti. Si dice sempre i giovani vanno aiutati sostenuti e io cerco di farlo praticamente mettendomi in gioco con loro e per loro. Quando si ha qualcosa da dire, le differenze d’età non contano
La più grande differenza secondo lei tra cinema e teatro?
La carnalità, il cinema non ti offre il rapporto col pubblico, che per me è essenziale. Il cinema è un mezzo completamente diverso, l’attore deve relazionarsi con i compagni di scena, ma tenere sempre presente la mediazione dell’occhio della telecamera, inoltra la replicabilità della scena in caso di problemi, rende diverso il livello di tensione, il teatro è caratterizzato dall’hic et nunc che rende esclusivo ogni singolo momento di recitazione.
Nunzia, cosa pensa di questa deriva razzista del nostro paese?
Sono molto preoccupata per la deriva presa nel pensiero popolare, ci siamo dimenticati la storia l’essere stati, noi italiani latini, quanto greci, e poi galli, longobardi, bizantini, arabi, svevi spagnoli, francesi e varie altre, a controllare il nostro DNA ci sarebbe da rivalutare il melting pot genetico che ci ha reso geniali. Dimentichiamo d’essere stati per più di un secolo gli emigranti, dimentichiamo quali responsabilità abbiamo noi europei per il mancato sviluppo della Africa, che abbiamo sfruttato a lungo. Ora la storia ci chiama a prendere coscienza, che il mondo va verso una gigantesca mescolanza, impossibile da impedire ed anche stupida se solo si pensa che l’evoluzione si basa sulla mescolanza genetica, quanto alla propria cultura sarebbe il caso di conoscerla, prima di ergersi a difensori della stessa.
L ‘arte può avere una funzione salvifica ed unificante?
Sicuramente la conoscenza del passato insegna ad avere meno paura del mondo che cambia, ma anche l’arte ha un ruolo importantissimo, l’arte è proiettata verso il futuro ma insegna a superare il presente, proponendo vari nuovi modelli; è ecumenica e sovranazionale, insegna a non avere paura, ma osare ed è essenzialmente dalla paura che si generano i mostri del rifiuto dell’altro e del razzismo.
Essere napoletani o campani vuol dire avere una marcia in più o no?
Si se però usata bene. Ogni pianta anche la più bella e rigogliosa ha bisogno di cure, di attenzione e così il talento che immaginiamo tipico della vivacità napoletana e campana va curato altrimenti senza studio ed esercizio resta talento sprecato, valido una tantum, e non garanzia di professionalità
Napoli da sempre set naturale viene valorizzata molto negli ultimi tempi. Perché secondo lei?
Napoli ha qualcosa di teatrale, sempre piena di sorprese, luci e ombre, la gente è molto accogliente e , a volte anche troppo, partecipativa, inoltre è una caldara di iniziative in tutti i campi dell’arte ed è alla ricerca di una nuova dimensione internazionale , tutte cose che la rendono un set ideale.
Il suo ricordo più bello legato a un film o a uno spettacolo teatrale?
Sono legata al successo di “Benvenuti al sud” che mi ha dato una popolarità nazionale e una riconoscibilità, ma affettivamente al film “ Sul Mare”, che ha segnato il mio incontro con Alessandro D’alatri, ma anche aver sfilato a Cannes sul tappeto rosso per il premiato “Reality” di Garrone, non è cosa dimenticabile. A teatro questi anni con “Filomena Marturano” mi hanno dato soddisfazioni notevoli con riconoscimenti artistici e personali di cui devo ringraziare Liliana Cavani che ha creduto in me, il regista Geppy Gleijeses che continua a darmi fiducia.
Signora Schiano, che rapporto ha con la musica?
La musica è parte integrante della vita e come la vita, non è mai tutta di un colore, per cui mi piace ascoltare le cose più diverse, dalla lirica al rock. Con la musica è iniziato anche il mio percorso artistico, perché negli anni 70 facevo parte di un gruppo di musica popolare insieme a mio marito Niko Mucci
Ci parla dei suoi prossimi progetti
Sto per iniziare le prove di “Cosi parlo Bellavista” , versione teatrale per la regia di Geppy Gleijeses, e con lo zampino di Alessandro Siani e la sua BEST LIFE, che debutterà a settembre al san Carlo, in occasione delle celebrazioni per i novanta anni di De Crescenzo , e che poi sarà a Natale al Diana e successivamente in tournèe . Ottobre novembre e l’inizio di dicembre saranno occupate dalla terza stagione di “Filomena Marturano”, che terminerà in Argentina. Da settembre parte su Fox , la serie comica televisiva “Romolo e Giuly -La Guerra Mondiale” , in cui sono la madre nobile di Fortunato Cerlino e “L’amica geniale” su Rai Uno
per la regia di Saverio Costanzo, una produzione internazionale targata HBO.
Al Cinema ho partecipato al nuovo film di Leonardo Pieraccioni.