Diverte l’esperimento anche visivo di Alessio Pistilli, cantautore romano, che dall’estate scorsa si sta facendo strada con la sua Condividi un soft-tormentone sussurrato, divertente e variegato, che è anche una leggera presa ironica sulla mania che ci travolge tutti, quella dei social network.
Oggi Alessio esce con un intero disco che viene impacchettato come una scatola di venti centimetri per venti, ricoperta di impronte colorate, con dentro le immagini raccolte dall’estro di vari artisti che si sono prestati gratuitamente a interpretare i brani del disco. È un album che ben si inserisce nel solco della scuola romana, quella esportata in tutta Italia negli anni 90 da Fabi, Silvestri e company.
«Dal primo disco c’è una grandissima differenza – dice il cantautore presentandoci l’album – perché ho abbracciato la collaborazione con altri autori. Il concetto stesso del disco Condividi è nato dal primo approccio alla collaborazione esterna, anche se quel titolo è stata l’ultima canzone che ho scritto. Mi sono molto sorpreso perché artisti che danno apporto gratis non è una cosa scontata, oggi si tende a difendere il proprio percorso».
Si tratta del secondo capitolo della discografia di Pistilli, che contiene dieci canzoni più due bonus track, unite nel dna da una natura pop che si manifesta a pieno nel gusto per la melodia, in arrangiamenti strumentali che si sviluppano attorno a storie di piccoli universi di vita quotidiana. La firma di alcuni pezzi e condivisa con Andrea Giovanni Sorge mentre negli arrangiamenti ha partecipato Leonardo Caucci Molara, e alla voce ci sono incursioni del cantautore romano Pino Marino e il cantante spagnolo Manuel Lombo.
Alessio è uscito dalla scuole Cet di Mogol ed è stato lì che ha scoperto il gusto della condivisione dell’arte. Anche se la fascinazione con tutte le forme di espressione lo accompagna da molto prima, come testimonia anche il video del singolo girato e montato da lui stesso solo con un iPhone: «Nella mia vita dipingo e da quando mi sono laureato in storia dell’arte ho sempre questa esigenza ricorrente di creare una canzone come un quadro, apro la mente e accolgo suoni e dettagli che mi portano a scrivere testo». Alessio suona la chitarra e arrangia i suoi pezzi, poi con i programmi di registrazione, crea basso e batteria. Come vive il rapporto col sui pubblico ora che è in fase ancora “emergente”? «Non mi limito nella creazione, mi soffoca pensare di dover fare per forza un tipo di musica e per questo credo che un pubblico che ha voglia di svago e ironia si sia avvicinato a me da qualche anno. Tutto questo mi ha facilitato la costruzione del personaggio che ama i sorrisi e canta con ironia. Avverto che c’è questa esigenza nella gente ma non bisogna mai esagerare perché ho notato che gli italiani si crogiolano troppo nel diversivo, è giusto che ci sia un bilanciamento tra evasione e impegno».