Per questa terza serata del Festival di Sanremo 2015 tutti i cantanti in gara hanno presentato canzoni copiate proprio come già successo in questi giorni. La differenza sostanziale è che stavolta avevano il permesso per farlo.
Solo i giovani in gara hanno provato a cambiare musica e comunque di cose strane ne sono successe. Al primo round tra Giovanni Caccamo e Serena Brancale ha, a mio avviso, vinto la persona sbagliata. È vero che il brano di Serena si intitolava “Galleggiare”, ma è anche vero che la vittoria di Giovanni ha portato a una figura di… Caccamo. Un ottimo inizio mandando a casa la persona sbagliata.
Fortuna poi che si sono ripresi durante la sfida tra Amara e Rakele. Il quesito però resta ed è una domanda che si sono posti in tanti: ma alla fine chi è questa Rakele? Non lo aveva capito nemmeno Carlo Conti che ha confuso le due ragazze nel proclamare la vincitrice!
La gara vera e propria, quella de “I migliori anni” insomma, inizia poi dividendo tutti i big in gara in più gruppi. Nel primo abbiamo così ritrovato Raf – Voldemort che ha cantato “Rose rosse” in giacca rossa, ovviamente. C’è da dire che l’acuto di Raf somiglia ai bisbigli di Massimo Ranieri, diamogliene atto.
Presente all’appello anche Irene Grandi che dedica “Se perdo te” alla voce di Raf andata in pensione. La sua performance rock convince: finalmente qualcuno che canta! Arriva poi “Una carezza in un pugno” reinterpretata da Moreno e qui m’immagino Celentano rivoltarsi in una delle sue tante pause.
Pensavo che il pupillo di Amici avesse già raggiunto il suo livello più penoso, ma si può sempre fare di peggio.
E, proprio perché non c’è mai limite all’oscenità a chiudere questo quartetto ci ha pensato Anna Tatangelo.
A smorzare la tensione ecco Conti in collegamento spaziale con Samantha Cristoforetti, ammetto che potrei giocare facile con “la storia del microfono che sta su da solo”, ma non lo faccio. O meglio, l’ho appena fatto.
Biggio e Mandelli, Chiara, Nesli e Nek si esibiscono nel secondo gruppo. I soliti idioti si riconfermano più che idioti, Chiara e il suo smalto glitter ci ricordano che lei è l’unica cantante che dovrebbe far solo dischi di cover, Nesli non si sa cos’abbia cantato, Nek rischia con “Se telefonando” di Mina. Nek che intanto sembra avere sempre 20 anni vince.
Finalmente due comici salgono sul palco dell’Ariston: Luca e Paolo vincono facile grazie alla classe del loro umorismo e questo è quanto. Intanto si scopre che l’intervento dallo spazio con la Cristoforetti non era in diretta, questa però non è una battuta.
Dear Jack, Grazia de Michele e Platinette, Bianca Atzei e Alex Britti continuano con questi omaggi al passato. Ascoltandoli mi è venuto da ricordare con tenerezza ai cantanti che cantavano intonati, poi ho pensato che probabilmente i Dear Jack non sapevano nemmeno cosa stessero interpretando, la De Michele si è sicuramente giocata la sua reputazione di insegnante di canto (ammesso ne abbia mai avuto una), Britti canta male ma sicuramente suona troppo bene. Per questo Alex, la prossima volta stai zitto e suona!
Per la serie sempre de “I Migliori Anni”, ecco sul palco gli Spandau Ballet: quando gli originali sono molto meglio delle cover.
Nel quarto gruppo di cover troviamo invece Lorenzo Strawberry, Annalisa, Il Volo e Lara Fabian. Il Fragolone oramai lo associo a Marco Marfè, non chiedetemene il motivo, Annalisa mi convince e Il Volo alias Albani Jr sono obiettivamente intonati. La vittoria morale per me va però alla Fabian che canta “Io sto male”. Anche noi, Lara, ti giuro, anche noi.
Grignani, Zilli, Ayane e Marco Masini chiudono finalmente queste gare oscene. Gianluca deve ringraziare che purtroppo Tenco non ci sia più, altrimenti non sarebbe arrivato vivo a domani.
La versione di “Se bruciasse la città” di Nina convince, speriamo prima o poi brucino anche i suoi vestiti.
Siccome alla Rai la parola d’ordine è coerenza, non solo i Saint Motel, ospiti d’eccezione escono dopo la mezza, ma poi eccoli a cantare sulla base del karaoke con microfoni dai seri problemi tecnici.
Imbarazzanti le domande di Conti al gruppo: “Cosa hai mangiato oggi? Siete andati a scuola insieme? Hai la fidanzatina? Sei andato a messa?” e vi giuro che ci sto andando giù leggera.
Intanto il festival finisce appena all’una e un quarto e io mi chiedo se gli autori si ricordano che il nonno c’ha una certa età e che Kaligola domani mattina deve andare a scuola.
Il resto, alla prossima puntata!
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