Con la presenza di Samantha Cristoforetti il Festival di Sanremo vola nello Spazio quando sono passate da poco le 21:00 ora italiana della terza serata che ha registrato ancora ascolti da boom con il 50% share.
In realtà però il «volo» di Sanremo nello spazio è avvenuto ben tre ore prima: il collegamento, infatti, con la Stazione spaziale internazionale e l’astronauta italiana Cristoforetti non è avvenuto in diretta come sembrava. A svelare il trucco spaziale è stato il giornalista svizzero Paolo Attivissimo con un tweet raccontando che la diretta spaziale della Rai era in realtà era stata registrata già ore prima per evitare problemi tecnici.
L’astronauta italiana era dunque in differita: “Come in tutte le trasmissioni l’intervento con Samantha Cristoforetti dallo spazio è stato registrato. Non l’ho detto, ma è normale – Carlo Conti si smarca così dalle critiche che sono piovute sullo smascheramento della finta diretta con @astrosamantha. – L’orario ce l’ha dato la Nasa. Non potevamo imporlo noi. Ce l’hanno dato alle 16.30. Ho provato a chiedere di iniziare il festival a quell’ora – scherza il conduttore –Non potevamo chiedere o obbligare la Nasa. Siamo grandi alla Rai, ma non così tanto”.
Differita o no quello che conta è l’attenzione che ormai anche dallo spazio il Festival della Canzone Italiana riesce a conquistare grazie alla disponibilità di Cristoforetti, altra grande eccellenza italiana e grande orgoglio per il nostro paese, che ben volentieri ha risposto alle domande di Carlo dalla Terra:
Samantha ha raccontato che sono trascorsi ormai ben 81 giorni che si trova nello spazio e sarà a metà missione tra una settimana: i primi giorni sono stati di gioia assoluta. Alla domanda poi sulla canzone di Sanremo che porta nel cuore, l’astronauta ha risposto senza esitazione “Luce” di Elisa. Alla domanda invece di Carlo ben più impegnativa sulle condizioni del pianeta e se bisogna essere “Ottimista o pessimista nei confronti del futuro della Terra” Samantha ha risposto sicuramente con maggiore attenzione:“Da quassù si diventa più consapevoli: la Terra è la nostra astronave e bisogna averne cura, perché un’altra non ne abbiamo”.