Blow-Up. Fotografia a Napoli 1980-1990 – a cura di Denise Maria Pagano e Giuliano Sergio – è stata prorogata fino al 16 febbraio.
Ancora pochi giorni, quindi, per assistere ad una mostra davvero ben allestita in una delle cornici più belle e suggestive di Napoli: Villa Pignatelli dove consiglio di vedere anche le stanze espositive permanenti del Museo delle Carrozze del Marchese Mario d’Alessandro di Civitanova, inaugurato nel 1975 e da poco riaperto. Il museo, ospitato nel prolungamento della fabbrica delle antiche scuderie situate al piano terra della palazzina Rothschild, all’interno del parco della Villa, presenta, oltre alla sezione destinata alle carrozze anche una ricca e raffinata collezione di finimenti, bordature e altri accessori connessi all’arte della carrozzeria.
Quello che Blow-Up mostra, invece, è un decennio che si apre col terremoto dell’Irpinia dell’80 ripreso anche dall’artista Andy Warhol su invito di Lucio Amelio attraverso l’opera Fate Presto che riprende la prima pagina de Il Mattino. Un immagine che è anche un grido, non la rappresentazione del territorio martoriato dal sisma ma l’appello per un aiuto imminente.
Napoli, di conseguenza, grazie a personaggi lungimiranti quali, in primis, Cesare De Seta, ordinario di Storia dell’architettura all’Università degli Studi di Napoli Federico II, riuscì a creare in quegli anni, un ponte tra la committenza pubblica (qui il supporto dell’Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo di Napoli) e le nuove leve fotografiche locali, nazionali ed internazionali.
Solo del 1984 è l’importante Mission Photographique della D.A.T.A.R. in Francia. Quindi, un po’ in anticipo sui tempi europei, Napoli conferì alla fotografia un rinnovato valore artistico e sociale e, lasciando ampia libertà di azione ed interpretazione, si dava la possibilità di vedere la città attraverso punti di vista rinnovati, contemporanei e lontano da ogni stereotipo. Si inizia nel 1981 con Sette fotografi per una nuova immagine in cui De Seta chiama a raccolta sette importanti firme della fotografia italiana: Mario Cresci, Franco Fontana, Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Mimmo Jodice, Antonia Mulas, Roberto Salbitani.
Si prosegue Città sul mare con porto con: Gabriele Basilico, Roberto Bossaglia, Lee Friedlander, Guido Guidi, Paul den Hollander, Lello Mazzacane, Claude Nori, Charles Traub. Napoli d’inverno vede, invece, Caio Garruba accompagnato da Silvia Imparato.
Seguono Fasti barocchi con: Arnaud Claas, Joan Fontcuberta, Verena von Gagern, John Vink, Manfred Wilmann, Giovanni Chiaramonte, Gianni Leone, Marialba Russo e l’ultima edizione del progetto datata 1985 e intitolata Cartoline da Napoli in cui partecipano: Giovanna Borgese, Vincenzo Castella, Giuseppe Gaeta, Gilles Mora, Sergio Riccio, Enzo Sellerio, Eckhard Supp, Fulvio Ventura.
Non sono, però, solo le istituzioni a suggellare questa ricerca di una nuova iconografia napoletana. Va ringraziata anche la vitalità di alcune gallerie, Lucio Amelio chiede a Robert Mapplethorpe di partecipare al progetto Terrae Motus mentre Lia Rumma, nel 1987, accoglie Clegg & Guttmann. Sempre Lia Rumma organizza nel 1990 la mostra Paesaggio che vede artisti quali Helmut Newton, Cindy Sherman e Thomas Ruff.
Insomma, un’esposizione eccellente in quanto raggruppa le eccellenze di un periodo dove sembrava si potesse far tutto o niente…proprio come oggi. Ed è qui che si scopre una città tremendamente martoriata ma viva, VIVA! Forse ancora per poco…ma questa è un’altra storia.