Si è concluso ieri, 14 febbraio 2015, il 65esimo Festival della Canzone italiana. Ho preferito però aspettare qualche ora prima di scrivere quest’ultimo articolo sull’argomento. Sinceramente pensavo che, dato ciò che è successo ieri sera in diretta, avrebbero ricontato i voti durante il dopo festival. Mi sbagliavo.
C’è da dire una cosa molto semplice ed esemplificativa per racchiudere in poche battute questa kermesse: San Remo ha battuto San Valentino e il suo amore per la musica. E non solo: quando la famiglia Anania ha visto la classifica, ha deciso di smetterla con i bambini. E questo è tutto dire.
Due sono state le domande che mi hanno accompagnata e accompagnano: ma quest’anno nessuno ha deciso di buttarsi giù dall’Ariston e, in secondo luogo, come ha fatto a vincere una canzone che non si può cantare?
In un mondo ideale, i tre nomi papabili in finale sarebbero stati Malika Ayane, Nek e Irene Grandi e così ci sarebbe sul serio stata una sfida. Ovviamente i loro pezzi erano troppo sanremesi perché potessero vincere.
Ho messo un gradino fuori dal podio Annalisa, questo perché ieri riascoltando la sua canzone mi sono accorta che pur essendo di Kekko dei Modà mancano le fragole.
Ci sono tante cose però che porterò nel cuore da adesso in poi. Prima di tutto la coerenza di Arisa che ieri sera ha detto: “Io non sono molto per le cose sentimentali”, difatti canta solo pezzi come L’amore è un’altra cosa, Amami, Cercavo Amore… cose del genere.
I Dear Jack che cantano “Niente è per sempre”: il vostro strazio lo è ragazzi, credetemi.
I vestiti delle cantanti e anche molti di quelli delle vallette, tutti comprati in offerta. I coniugi Manenti sposati da 65 anni e la moglie che afferma “Io sono figlia unica di tre fratelli” che equivale a dire “Che bella coppia quei tre!”.
La licenza poetica di Grignani: “Se solo io avrei”. E qui non commento.
Il saluto di Flavio Insinna a Moreno: “Perché Moreno è Moreno è la cosa più vicina a perché Sanremo è Sanremo”. La giacca dello pseudo rapper che mi ha fatto completamente perdere la vista e, infine, la frase della sua canzone che dice tutto da sé: “Io mi odio”, ma pure io ti odio Moreno.
La pietra che Bianca Atzei aveva tra le mani durante la sua performance, raccolta tra le tante che giustamente le han tirato in questi giorni.
I comici chiamati per quest’edizione sanremese e i loro sermoni. I comici dovrebbero smetterla di fare le morali al loro pubblico, altrimenti qualcuno di loro rischia poi di entrare in politica. Ah, dimenticavo che ce l’abbiamo già.
La scaletta del Festival che ha previsto che gli ospiti internazionali entrassero tutti dopo mezzanotte, ovviamente per rispetto al loro fuso orario.
Le battute infelici di Alessandro Siani che tutelano Platinette e non mi permettono di dire che sul palco dell’Ariston c’è stato un ciccione che non sa cantare.
Will Smith che ha la stessa carnagione di Carlo Conti e che canta “Volare” per far capire a tutti che vuole tornarsene a casa.
La credibilità delle votazioni online: ieri sera hanno riavviato Windows 95, la De Filippi ha telefonato perché non gli piacevano i risultati e infine la sconosciuta Rakele ha maledetto il televoto.
In attesa dei finti verdetti, Lorenzo Fragola ha vinto il premio per miglior portata per i vegani.
Ciò che più di tutto non potrò dimenticare di questo Festival però è la vittoria dei tre teneri Albano, definiti da alcuni le “tre civette sul comò”. E così, mentre a Kekko dei Modà è stato chiesto di modificare la Costituzione Italiana, la canzone de Il Volo è stata proposta come nuovo inno nazionale.
Tra le tante incertezze di quest’ultima serata, dato il podio finale, condivido con voi quella che risulta essere l’unica verità: martedì pensavo che il problema fossero le bimbeminkia, ieri ho scoperto sono le loro madri!
Cerca
-
Articoli recenti
Find us on Facebook
-