Da stasera, venerdì 20 febbraio e fino a domenica 22, il palcoscencio Teatro Sancarluccio di Napoli ospiterà I Rimbamband con lo spettacolo “Il sol ci ha dato alla testa” scritto e diretto da Raffaello Tullo.
Questo eccentrico gruppo di musicisti-cabarettisti, composto da Raffaello Tullo, Nicolò Pantaleo, Francesco Pagliarulo, Vittorio Bruno e Renato Ciardo è noto al grande pubblico nazionale per le numerose apparizioni in trasmissioni televisive di successo come: Maurizio Costanzo Show, Barbareschi Sciok, Questa domenica e Zelig off.
Quando le arti si fondono in un’esplosione di fantasia, lo spettacolo diventa “Il sol ci ha dato alla testa”. Cinque straordinari musicisti un po’ suonati che incantano, creano, illudono, emozionano, demistificano, provocano… giocano. Il reale si fa surreale, l’impossibile diventa possibile e il possibile improbabile. Una formazione eclettica, frizzante, folle, bizzarra, gustosa e scatenata che diverte e si diverte grazie al vivido sapore ironico delle sue interpretazioni musicali più che originali, in uno spettacolo che “usa” la musica per viaggiare anche al di là di essa. Come nella migliore espressione di un artista che interpreta se stesso, così la Rimbamband propone uno spettacolo fuori dai canoni convenzionali, oltre le righe, senza righe! Una dimensione nuova, inesplorata, dove la musica si dilata: si ascolta come fosse un concerto e si guarda come fosse un varietà. Un viaggio nel passato patinato dei classici da Buscaglione a Carosone ed Arigliano, la sorpresa di trovarli quanto mai simili a Mozart e Rossini, il piacere di scoprire i suoni della danza, l’incanto di ritrovare il proprio fanciullo perduto. La certezza che degli impeccabili suonatori riescano ad assurgere ad esilaranti “suonattori”.
«Quando mi chiedono cos’è la Rimbamband – racconta Raffaello Tullo – sono sempre un po’ in difficoltà, credetemi! È davvero difficile dare un’etichetta a uno spettacolo che ti frulla in testa durante le notti insonni quando, in realtà, non vorresti far altro che dormire, porca miseria! Nonostante tutto, ci ho provato più volte e alla domanda “cos’è la Rimba?” o “cosa fate con la Rimba?”, in passato, ho risposto in svariati modi: “La Rimbamband usa il linguaggio della musica a supporto di un contenuto comico”; poi “È la musica che si dilata e che ti fa guardare, oltre che ascoltare”; e ancora “La Rimbamband racconta la musica nel suo aspetto più folle e surreale”. Tutto vero e condivisibile, ok! Ma mancava qualcosa! Mi rendevo conto che davanti a queste definizioni la gente rimaneva sempre un po’ interdetta e con stampata in volto la tipica espressione da “non ci ho capito una mazza!” Già, poi ho capito… mancava un’anima… l’anima cacchio! Ecco cosa mancava… eh sì, l’anima… Quella che di giorno non riesce a far sentire la sua voce perchè messa a tacere da tutto ciò che è normale, ma che di notte si ribella e timidamente comincia a cantare, impedendoti di dormire. Canta lo swing quell’anima, perchè è swing, quell’anima. Poi incalza, vince la timidezza e balla, balla il tip tap, quell’anima; ed è fuori di testa perchè è un’anima e la testa non ce l’ha! Ha semplicemente una gran voglia di giocare! Gio-ca-re! Giocare alla vita e raccontarla giocando. Il problema, ed anche la magia, è che non puoi giocare da solo, hai bisogno di amici, quelli giusti, quelli che come te hanno un’anima swing che scalpita perchè vuole raccontarsi e gridare al mondo “Io esistooooo!” Questi amici, questi compagni di gioco, questi straordinari compagni di avventura, io li ho trovati. Francesco Pagliarulo: anima delicata, fragile e onesta, con il ragtime nelle vene. Vigoroso il suo stride, tenera la sua umanità. Vittorio Bruno: anima swing come poche, stralunato a volte, osservatore raffinatissimo altre. Affamato di musica e di vita, riesce a far sorridere delicatamente anche le sue toniche… e me… lo amo! Nicolò Pantaleo: anima talentuosa, gentile, matematica, quadrata. Ragionevolmente irrazionale: vulcano! E poi Renato Ciardo: anima eclettica e musicale dalle infinite corde. Prezioso come l’acqua! Questa è la Rimbamband: cinque anime incantate innamorate della vita. Cinque bambini scalmanati con una gran voglia di giocare. Ma nel cortile della loro esistenza, il pallone non c’è, no. Ci sono, però, un pianoforte, un contrabbasso, un sassofono, un rullante e un megafono. Ed ecco come lo sguardo incantato del fanciullo riesce a vedere ciò che un adulto non avrebbe mai visto e cioè che un contrabbasso, a guardarlo bene, un pò assomiglia ad un cavallo o ad una campana e che un piatto di batteria può diventare un vecchio vinile, o il volante di una macchina o chissà quante altre cose… Fantasia fanciullesca e voglia di giocare: è ciò che manca agli adulti!»