Dalla commistione tra il gipsy jazz e le sonorità etniche, folk e rock, nasce Minor Mali il secondo album dei Minor Swing Quintet, uscito dopo sei anni dal primo Mapo Salato (Irma Records). Minor Mali comprende otto tracce strumentali che accompagnano l’ascoltatore in un affascinante avventura attraverso l’Africa, il Sud America, l’Oceania arrivando fin nello spazio. I Minor Swing Quintet uniscono magistralmente il gipsy jazz, originato dai nomadi Manouches in Francia, a stili e generi eterogenei creando un sound inimitabile. I cinque musicisti bolognesi (Paolo Prosperini alla chitarra solista, Alessandro Cosentino al violino, Laura Masi in arte Matumaini alla chitarra ritmica, Francesco Angelini alla tastiera, Tommy Ruggero alle percussioni) provenienti da background musicali differenti dal rock al soul, dalla world music alla musica classica decidono di fondare una band, seguendo l’istinto creativo e il desiderio di sperimentare musicalmente. Così il celebre brano Minor Swing di Django Reinhardt, fondatore del jazz manouche, regala l’ispirazione per il nome della band. I Minor Swing Quintet riprendono i brani della tradizione manouche, componendo musiche originali e coinvolgenti.
“Questo disco è la nostra dichiarazione d’amore alla musica, di quanto crediamo nei rapporti umani, nella stima reciproca, e di quanto sia meraviglioso suonare insieme. Lo dedichiamo a tutte le persone che vogliono continuare a seguirci nel nostro viaggio: da Bologna, al Mali, agli Stati Uniti, al Nord Europa e in qualsiasi altro posto vorremo andare. Chiudete gli occhi, aprite il vostro cuore e godetevi il nostro disco. godetevi Minor Mali”.
Il disco Minor Mali è stato registrato da Roberto Rettura presso Lo Studio Spaziale di Bologna, il mastering affidato a Giovanni Versari è stato realizzato a La Maestà Studio, a Tredozio, l’artwork e la grafica dell’album sono state curate interamente da Adriano Ruggero. L’album vanta due special guest Fabrizio Bosso con la sua tromba e Mbar Ndiaye con cinque tamburi tradizionali senegalesi, i sabar. Minor Mali è un disco interamente suonato con poche sovraincisioni.
Tipitappi la traccia iniziale si presenta come un brano dal sound folk e rock. Le chitarre, il violino e le percussioni creano un groove intenso e il cameo di Jamal Ruggero – figlio di Tommy Ruggero – chiude il brano. Le Bandit de Bambet rivive il dramma del 2009 a Conakry (Guinea), quando l’esercito nazionale, agli ordini di Moussa Dadis Camara, spara sui manifestanti dell’opposizione, causando 160 morti. Il chitarrista Paolo Prosperini in quei giorni era nella capitale guineana, nel quartiere di Bambeto. La sua chitarra crea un’aria malinconica e apre un brano jazz in cui le percussioni gli conferiscono un sapore etnico. Minor Mali che intitola l’album è un omaggio all’Africa e il ngoni, lo strumento tradizionale del Mali accompagna un melodioso swing, in cui eccelle il violino vibrato di Alessandro Cosentino, con un finale dalle sonorità folk e rock travolgenti. Vittorio è una dedica a Vittorio Arrigoni, attivista morto a Gaza nel 2011. Le chitarre e il violino si incontrano per dar vita ad un avvolgente gipsy jazz. Black Shark è un tributo alle figure di Isaiah Sharkey e Chris Daddy Dave, un pezzo gipsy jazz dai colori del soul e del R&B. L’intervento di Fabrizio Bosso alla tromba impreziosisce il brano. La Cometa di Halley guida l’ascoltatore alla scoperta dell’universo, un delicato gipsy jazz, in cui alle chitarre e al violino irrompe un assolo di body percussion. Split si contraddistingue per la sua singolarità. Le chitarre, il violino e le percussioni fanno immergere l’ascoltatore in un ambiente progressive, per poi catapultarlo in un’atmosfera rock graffiante. SambaSabar chiude il disco, un brano da cui traspare il folk e la musica etnica, ed in cui le chitarre e il violino si incrociano con i sabar, senegalese ed elettrico, unendo le due culture musicali quella del Brasile e dell’Africa. In SambaSabar il ritmo della samba brasiliana si intreccia con i sabar senegalesi del grande percussionista Mbar Ndiaye.