Federico Stragà torna sulle scene musicali con il nuovo lavoro discografico “Guardare fuori”. L’album contiene dieci tracce interamente scritte e musicate da Stragà. Un disco in cui il cantautore si racconta a cuore aperto e si interroga. «Questo è il mio primo album – dichiara Federico Stragà – dove ho scritto io tutte le musiche e i testi. È stata per me un’esperienza nuova, anche se apparivo come autore di qualche traccia nei dischi precedenti. Però, in questo nuovo lavoro, mi ci sono messo con un certo impegno. In questo caso ho puntato molto sulla spontaneità. L’ispirazione l’ho cercata attraverso delle cose mie anche molto personali, cose di cui parlo poco o quasi mai».
Un album realizzato interamente da te, con strumenti veri, utilizzando la tecnologia il minimo indispensabile.
«Ho voluto fare un po’ un compromesso tra quello che è il mio gusto personale, ovvero di utilizzare solo strumenti veri, ma allo stesso tempo di non risultare vecchio, ecco perché mi sono avvalso della collaborazione dell’arrangiatore Valerio Carboni, che collabora molto anche con cantanti di ultima generazione. È un disco che per la maggiore è suonato con strumenti veri. Addirittura mi sono concesso il lusso di inserire qualche assolo, anche se credo sia stato un gesto di protesta personale, perché mi sembra che si stia svalutando tutta la musica, mi sembra che si stiano svalutando i musicisti, mi sembra che tutto sia uguale a tutto. Per me la differenza tra un musicista e un dj è bene evidente, quindi suonare vuol dire studiare uno strumento, appassionarsi, viverlo nel bene e nel male».
Quando sono nati i brani?
«Sono nati negli ultimi quattro anni».
“Ho esaurito la paura” è un brano che sostiene il progetto Un Paese Ci Vuole, che l’Associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini ha attivato dopo il terremoto che ha colpito l’Aquila. Il video è stato girato nelle zone colpite dal terremoto.
«La collaborazione è nata per caso. La canzone ipotizza la possibilità di provare un trauma talmente forte da esaurire tutta la nostra scorta di paura e quindi di non averne più da quel momento in poi. Pensando a questo concetto, ho voluto che il video fosse girato proprio nel luogo dove era avvenuto il disastro. In questa operazione sono stato agevolato dall’aiuto di un’amica che è nata in quelle zone e attraverso l’Associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini, abbiamo cercato di dare un sostegno anche psicologico alle famiglie e ai bambini che hanno vissuto questa drammatica esperienza».
Con il brano “L’Astronauta” hai dominato la stagione radiofonica del 2000, un brano apprezzato anche da Bobby Solo e Franco Battiato, presenti in una versione remix. Quanto sei cambiato in questi anni?
«Personalmente credo di essere cambiato per quanto concerne l’approccio alla scrittura, alla musica. Nel 2000, l’album Federico Stragà che conteneva “L’Astronauta”, mi ha regalato molte soddisfazioni, ma sono diverse da quelle che ricevo oggi, poiché in quel lavoro avevo cantato e scritto un paio di tracce, in “Guardare fuori” è tutto diverso. Pubblicare un disco di canzoni mie, il rapporto è molto diverso, con la musica, con la chitarra, con le interviste, in cui parlo di canzoni che ho scritto e realizzato personalmete. Tutto questo mi fa sentire più protagonista del mio lavoro. E anche se viviamo in un momento in cui la musica è una tragedia, mi sento rafforzato dalla voglia di prendere la mia chitarra e di scrivere. È una cosa che mi piace, indipendentemente dalla realtà con cui ci si scontra fuori».
Hai partecipato al Festival di Sanremo per tre volte. Pensi tornare di nuovo ad esibirti sul palco dell’Ariston?
«Ti confesso che ciò provato quest’anno con un brano che non è contenuto nell’album, ma non è andata bene. Mi piacerebbe riprovarci, magari con lo stesso brano, poiché non credo che sia stato un problema del testo. Quando un artista non compare nelle scene televisive, radiofoniche per un periodo di tempo, le porte non si spalancano subito. Sanremo rimane per me un’occasione bellissima e partecipare per me sarebbe una cosa fondamentale».