“Almostfamous – Ovvero io e le donne” è il nuovo spettacolo di Rosaria De Cicco e Vincenzo Coppola andato in scena lo scorso weekend al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli. Accompagnata dalle musiche di Mariano Bellopede, Rosaria De Cicco ha portato in scena una serie di monologhi dedicati interamente al mondo femminile. Reduce dal successo di “Notturno di donna con ospiti” spettacolo con Giuliana De Sio, Rosaria ha voluto presentare in anteprima al Sancarluccio, teatro a cui l’attrice è molto legata, il suo nuovo spettacolo. Ma sentiamo cosa ci Racconta su “Amostfamous – Ovvero io e le donne”.
Perché Almostfamous?
«Almostfamous – quasi famosi, perché è un po’ una presa in giro verso il mondo artistico, in cui un attore se non è popolare, non è riconosciuto come tale. Quasi famosi, anche perché i famosi erano altri, i grandi del cinema del secolo scorso, quelli del 900, gli attori quelli con la “A” maiuscola. Lo spettacolo nasce da un piccolo monologo che racconta una lettura e un copione, cosa veramente successa con Ferzan Ozpetek. In “Almostfamous – io e le donne”, attraverso testi e monologhi di alcuni amici, racconto di donne che vogliono liberarsi.
Da Annapatrizia Settembre e Pasquale Ferro ho tratto dei pezzi che appartengono ai loro libri “Caterina scappa scà” e “Macedonia e Valentina”. Maurizio di Giovanni ha scritto un testo prettamente per questo spettacolo. Di Massimiliano Virgilio ho interpretato “Il fatto più bello”, mentre di Annibale Ruccello – al quale sono molto legata artisticamente, anche se non l’ho mai conosciuto – ho scelto di interpretare una delle quattro mamme, Maria Di Carmela, la folle. Ognuna di queste donne vive una situazione diversa dall’altra, sogna o riesce ad avere una propria liberazione. Il tutto condito con un pizzico di ironia che è la chiave giusta per comprendere al meglio un dramma.»
Tra queste donne interpretate in questi monologhi, quale rispecchia di più Rosaria De Cicco?
«Nessuna in particolare. Forse quella in cui posso identificarmi un po’ di più è “Maria a sporc”, monologo tratto dal libro “Macedonia e Valentina” di Pasquale Ferro. Lei commette un omicidio ed è amata da tutti i suoi nemici perché ha tolto di mezzo un pezzo di merda. La protagonista è una donna che sfida la sorte. Si chiama Maria a sporc poiché soffre di una patologia per la quale non può lavarsi, poiché l’acqua le fa male, e più si lava e più si accorcia la sua vita. Pur di vivere in unione con delle persone che prima la detestavano, mentre dopo l’omicidio la ritengono un’eroina, lei dice: “voglio vivere di meno, ma per un giorno voglio vivere con loro ed essere Maria a pulit”. Sicuramente non posso identificarmi appieno in questo genere di donna, però mi piace perché come lei, amo le sfide e il rischio.»
Ci saranno altre tappe di questo spettacolo?
«Al momento non lo so ancora. Mi auguro che possa portarlo anche fuori Napoli. Per ora l’ho presentato in uno dei teatri che amo particolarmente, a cui sono molto legata, poiché è come se stessi a casa mia, poi vediamo in futuro.»
Altri progetti?
«C’è la ripresa di “Vacanze turche”, di “Notturno di donna con ospiti” per il prossimo autunno, poi ci sarà l’uscita del film “Janara” diretto da Roberto Bontà Polito, in uscita nelle sale a fine marzo ed altri progetti con lo stesso regista.»