È in circuito Simply, l’album d’esordio del giovanissimo artista genovese Riccardo Sechi, in arte Horus Black. Dieci tracce che compongono un progetto musicale dalle multi sfaccettate contaminazioni. Un disco per l’etichetta Sony Factory che Horus Black ha realizzato in una complessità di influenze che ne costruiscono l’itero concept. I toni rock’n roll anni ‘50 si fondono alla surreale psichedelia degli anni ’70 fino ad accompagnarci all’ascolto di fresche timbriche pop. Da Elvis Presley a Jarry Lee Lewis, passando per i Turtles, Tom Jones, inoltrandosi con i Doors e Led Zeppelin fino ai Queen. Horus Black spazia dunque in un genere di influenze dalle grandi estensioni, che è riuscito a sintetizzare in Simply, in modo coinvolgente e decisamente apprezzabile. La mamma ed il papà violinisti, il nonno trombettista, Horus Black si avvicina alla musica dalla nascita. La sua passione però sarà però definita da un cambio di rotta. Un accostamento a suoni diversi. Lontano dal violino, Horus Black sceglierà il genere rock. Il suo percorso sarà avviato in modo autodidatta, sviluppandone le capacità più intrinseche, imparando le vibrazioni del pianoforte, l’accordo della chitarra e le sonorità dell’ukulele. Nel 2015 l’approdo alle prime esibizioni dal vivo, fino alla formazione di una band nel 2017. Oggi ne scandiamo il primo progetto. Un incontro di pop e rock, che si innesta in un richiamo ai suoni classici, immancabili nella sua formazione musicale. La multi sonorità di Simply parte proprio con la title track. Un suono veloce, fluido, colorato accoglie la voce calda e matura, quasi a ricordarci un giovanissimo Elvis Presley. Quasi come se ne conoscessimo l’evoluzione, Simply apre in modo familiare il progetto di Horus Black. We are Alone Tonight è la seconda traccia, in cui la chitarra acustica nella sua impennata si fonde all’incontro con la batteria. La tonalità vocale sicura e calda, corre veloce e in un’esplosione di “colored sound”. Il rock assume dei toni più cadenzati in Lonely Melody, un suono quello riconoscibile in questa traccia di bella intensità. Ritorna ancora chiara l’influenza di Elvis Presley in I Know That You Want. In Sophie si ascolta una melodia rock pop, unita ad una miscela scoppiettante che ci appassiona sempre di più a questa piacevolissima scoperta musicale. Contaminazione tipica dei Doors riconosciamo in The March of Hope. Atmosfera vintage segue in Miss Candy. Timbrica rock’n roll coinvolge nella ballata di Cock a Doodle Doo. L’atmosfera vintage si veste di romanticismo con In my bed. We can’t go on this way è il pezzo che chiude Simply, una traccia dalla molteplicità sonora che ci fa immaginare una serialità di strumenti, dove al tocco di ognuno nasce la nota che si lega all’altra, componendo la profondità del testo canoro. Un filo di influenze e contaminazioni si srotola nel corso dell’ascolto di Simply, in cui ad ognuna associamo un comune denominatore. Una deliziosa miscela avvolta in una moltitudine di richiami, da cui esplode una tonalità innovativa che ci accogliere la piacevolezza emozionale.
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