È morto Ermanno Olmi. Il regista bergamasco è morto ad Asiago all’età di 86 anni. Tre giorni fa il ricovero a causa di una malattia che l’aveva colpito da tempo. Al suo fianco la moglie e i figli. I funerali, come desiderava in linea con una vita piena di affetti e amicizie ma riservata, si svolgeranno in forma strettamente privata.
Autore di film bellissimi e amatissimi, Olmi ha iniziato il suo percorso artistico realizzando diversi documentari. Il suo debutto sul grande schermo arriva nel 1959 con “Il tempo si è fermato” e due anni dopo con “Il posto” si aggiudica il premio della critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1978 con “L’albero degli zoccoli” riceve la Palma d’Oro a Cannes. Diversi sono i riconoscimenti che “il regista e sceneggiatore italiano ha conquistato, ultimo il Leone d’oro alla carriera nel 2008.
Si trasferisce da Milano ad Asiago, dove nel 1982 a Bassano del Grappa fonda la scuola di cinema “Ipotesi Cinema”, dirige Camminacammina, allegoria sulla favola dei Re Magi e torna a lavorare in Rai girando dei documentari e spot televisivi.
Dopo una lunga pausa, lontano dai riflettori a causa di una grave malattia, nel 1987 Olmi torna dietro la macchina da presa per girare “Lunga vita alla signora!”, un lavoro grazie al quale riceve il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia. L’anno successivo gli viene consegnato il Leone d’Oro con “La leggenda del santo bevitore”, una pellicola per il mercato internazionale, girata in inglese. Nel 1993 dirige “Il segreto del bosco vecchio” tratto dal romanzo di Dino Buzzati, mentre l’anno seguente realizza un episodio del progetto “Le storie della Bibbia”. Segue “Il mestiere delle armi” nel 2001, film che si aggiudica 9 David di Donatello e viene acclamato dalla critica internazionale.
Nel 2003 approda in Cina per raccontare epiche vicende di pirati e di arrembaggi in Cantando dietro i paraventi. Nel 2005 collabora con altri due grandi registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film Tickets e nel 2007 esce Centochiodi. Nel 2013 l’Università di Padova gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Umane e Pedagogiche per “la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell’esperienza quotidiana e delle piccole cose”.