Nell’ambito delle attività della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee dedicate alla promozione dello studio delle riviste di arte e di critica, e alla presentazione di saggi o ricerche sull’arte contemporanea, si inscrive la presentazione del volume «October». Una rivista militante di Maria Giovanna Mancini, pubblicato nel 2014 per Luciano Editore. Giovedì 26 marzo alle ore 18:00 (Sala delle Colonne, primo piano) ne discuteranno con l’autrice Stefania Zuliani, docente di Teoria della Critica d’Arte all’Università degli Studi di Salerno, Angelo Trimarco, docente universitario e critico d’arte, e il direttore del Madre, Andrea Viliani.
L’ampio saggio ricostruisce l’itinerario della rivista «October» che, fondata da Rosalind Krauss e Annette Michelson nel 1976, si pone immediatamente sulla scena internazionale come singolare spazio di discussione sul presente dell’arte e della critica, divenendo in breve un punto di riferimento e una delle più autorevoli riviste dedicate all’arte contemporanea a livello internazionale. Gli editorialisti impegnati nella pubblicazione della rivista, tra cui vanno annoverati alcuni fra i critici più noti delle ultime generazioni, come Douglas Crimp, Joan Copjec, Yve-Alain Bois, Hal Foster, Benjamin H. D. Buchloh, Denis Hollier, Silvia Kolbowski, Miwon Kwon, Rosalyn Deutsche, Slavoi Žižek, Mignon Nixon, Leo Steinberg, muovono dall’esigenza di ripensare il ruolo della critica d’arte, con un vero e proprio senso di militanza critica ed estetica. Fin dal titolo, un’esplicita citazione del film del regista russo Sergej Eisenstein dedicato alla Rivoluzione d’Ottobre, la rivista statunitense rivendica la possibilità concreta della critica di essere vettore di trasformazione delle strutture sociali e di pensiero. Gli esiti eterogenei delle proposte critiche pubblicate sulla rivista vengono attraversati individuando dei luoghi privilegiati nel discorso di «October»: l’analisi mediale, la centralità della fotografia, la rilettura dell’avanguardia europea, l’antagonismo alla teoria formalista di uno storico dell’arte come Clement Greenberg. Una parabola, quella della rivista, di cui il volume ricostruisce i momenti più salienti, dal periodo eroico della fondazione agli anni più recenti in cui si nota un’istituzionalizzazione delle proposte che culmina nella pubblicazione di un monumentale manuale di storia dell’arte, dal 1900 ai giorni nostri, già divenuto un punto di riferimento nella pubblicistica di settore.