Sul palco del Teatro Augusteo di Napoli, da venerdì 20 fino a domenica 29, Veronica Pivetti si cala nel doppio ruolo di Viktor/Viktoria. Un progetto nato sul grande schermo, per la prima volta sulle scene italiane nella sua versione originale. Per l’occasione abbiamo intervistato Veronica Pivetti.
Parliamo di Viktor und Viktoria, commedia con musiche liberamente ispirata all’omonimo film di Reinhold Schunzel
«La nostra storia si svolge a Berlino ed è una commedia dove si ride e dove raccontiamo un momento storico delicato, perché è quello dell’avvento del nazismo sottovalutato da tanti, anche in quel periodo nessuno si rendeva bene conto di quello che stava succedendo. Noi siamo una compagnia di attori, che inizialmente fatica a trovare il lavoro, fino a quando non entra in gioco questo personaggio che vestirà il doppio ruolo di Viktor/Viktoria, il più grande En Travesti che Berlino abbia mai visto. I personaggi sono un po’ diversi rispetto al film americano, perché il personaggio del gangster è un conte, il personaggio dell’amico gay in realtà è un napoletano immigrato, quindi è stato riadattato tutto dall’autrice Giovanna Gra, che si ispira fortemente alla pellicola del ’33».
Quanto c’è di lei dietro questa maschera? E in che modo si è avvicinata a questo personaggio?
Il personaggio che interpreto è meraviglioso perché ti offre la possibilità di fare tutto. Intanto il ruolo in sé è bellissimo, perché interpretare sia un uomo che una donna non è così semplice, appartenendo ad uno dei due sessi l’altro te lo devi inventare, quindi è un bellissimo palco di prova sotto questo punto di vista. Poi mi permette di fare un’altra cosa che mi piace tanto e cioè cantare a teatro, un’esperienza che ho già vissuto altre volte. In questo spettacolo canto quattro canzoni. Le musiche originali e gli arrangiamenti sono di Maurizio Abeni. Di mio in questo personaggio c’è molto. È un ruolo maturo che arriva nella mia vita al momento giusto, in cui sono anche io matura. È una proposta che l’autrice Giovanna Gra, mi ha fatto tempo fa, ma che solo ora ho sentito di accettare».
Una commedia sullo sfondo degli anni ’30 ma così attuale sotto alcuni punti di vista…
«È una commedia che parla di diritti e del riconoscimento dei diritti, quindi un argomento molto attuale, per cui ci sono sicuramente molti punti di contatto. È uno spettacolo che portiamo in scena perché ci è sembrato il momento giusto per farlo, non solo per me come attrice, ma proprio per il momento storico nel quale viviamo».
Molto forte anche l’importanza che viene data all’amicizia
«Totalmente. Ci sono due figure maschili molto importanti, che sono Vito, l’amico napoletano immigrato, interpretato da Yari Gugliucci e il conte Frederich Von Stein, interpretato da Giorgio Lupano, quello che si innamora di Viktor und Viktoria. Questa donna è divisa da questi due uomini».
Parlando dei suoi progetti televisivi, ci sarà una nuova edizione di Provaci ancora Prof?
«Non ne ho la più pallida idea. Vedremo».
Nel 2015 ha esordito come regista con il film “Né Giulietta né Romeo”. Sta pensando ad una nuova regia?
«Ho tantissime idee, poi il tempo bisogna anche trovarlo, come anche i soldi. In questo momento mi sto concentrando su questo spettacolo, che mi impegna a sufficienza. Essendo anche in veste di coproduttrice, devo dire che mi assorbe veramente tanto, ovviamente il lavoro aumenta, c’è tutta una preparazione dietro le quinte. Poi c’è in cantiere un terzo libro per Mondadori che terminerò non appena avrò concluso con il teatro».