Questa mattina si è tenuta la conferenza stampa presso il museo Madre di Napoli che ha dato il via a “MontesantoArte”. Si tratta del primo programma di residenza promosso dalla Fondazione Donnare-gina per le Arti Contemporanee | Museo Madre nell’ambito del bando Sillumina della SIAE (ed. 2016) in collaborazione con Quartiere Intelligente (una piattaforma multi proget-to di rigenerazione urbana fondata nel 2013 nel centro storico di Napoli lungo le scale monumentali di Montesanto).
Curato da Adriana Rispoli, il programma semestrale di residenza ha coinvolto quattro gio-vani artiste italiane allo scopo di promuovere le ricerche artistiche contemporanee sul territorio regionale.
In particolare Mariangela Bruno (di Bari) ha realizzato l’installazione site-specific The Dot: una sfera tridimensionale costruita con incastri di legno di abete che richiama la tradizione locale delle luminarie in cui l’antica tecnica artigianale viene reinterpretata in chiave contemporanea. In un’ottica di didattica alternativa, il processo creativo di Bruno ha coinvolto competenze trasversali, studenti dell’Accademia di Belle Arti e della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II e soprattutto il variegato tessuto sociale che nel quotidiano abita il quartiere di Montesanto.
Francesca Borrelli (di Napoli che attualmente vive e lavora a Parigi) ha progettato e costruito l’installazione site-specific Fern’s Bookcase in cui in modo semplice ma efficace ha unito il mondo della natura con quello della cultura grazie ad una “libreria” in cui al libro si sostituisce la felce, pianta in grado di sopravvivere nel tempo e nelle situazioni più avverse che diviene simbolo di “resistenza”. L’accurata selezione dei titoli di una biblioteca si rispecchia nella scelta di diverse specie di felci che grazie alla diffusione delle spore nell’aria sono allo stesso tempo metafora del ciclo continuo della vita e della conoscenza.
Elena Mazzi (di Reggio Emilia che vive e lavora a Venezia) per MontesantoArte, attraverso un confronto diretto con gli abitanti del territorio, ha raccolto materiale di varia natura (iconografica, visiva, sonora, orale, scritta) tra cui discorsi politici, estratti letterari, frammenti di film, storie locali di respiro collettivo che sfoceranno in una performance live domani, giorno dell’apertura al pubblico. La ludicità intrinseca del karaoke è l’elemento strategico del lavoro dell’artista: attraverso una modalità popolare, infatti, si svelano gli elementi condivisi di una comunità, quei punti di riferimento che ad ogni livello sociale costruiscono l’identità di un popolo.
Valentina Miorandi (di Trento che vive e lavora a Londra)ha fondato con Sandrine Nicoletta Chatelain il progetto DRIFTERS a Londra che ha sviluppato per MontesantoArte il video-sequel Conkè, realizzato con la diretta partecipazione degli abitanti del quartiere e del team del progetto. Il video proiettato en plein air è una personale interpretazione della vita locale in cui le abitudini quotidiane, dai giochi popolari alle varie maestranze, vengono rilette dalle artiste in chiave futuristica. Come tradizione a Napoli, miseria e nobiltà, sacro e profano, vita e morte, sotto e sopra si mescolano in un unico inesorabile flusso della vita. In questa tragicommedia una delle artiste, come un alieno in forma di avatar, si fa mentore dello scorrere del tempo. Mescolando diversi registri estetici attraverso l’uso di tecnologie digitali che vanno dal 3D alle più comuni e diffuse possibilità dei nuovi device, Conkè supera i confini locali ponendosi come un potenziale format aperto ed applicabile anche a contesti diversi.
Obiettivo di questo progetto è dunque quello di creare tangenze tra le discipline e generare una contaminazione che, entrando in contatto con la comunità di riferimento, possa produrre buone pratiche di “vivere civile”.