Il critico cinematografico Steve Della Casa venerdì 23 febbraio sarà ad “AstraDoc – viaggio nel cinema del reale”; Della Casa, voce storica della trasmissione radiofonica “Hollywood Party”, già Direttore per diversi anni del Torino Film Festival, consulente della Mostra del Cinema di Venezia e del Festival Internazionale di Locarno, presenta il film “Nessuno ci può giudicare”, realizzato con Chiara Ronchini, evento speciale al Torino Film Festival e vincitore ai Nastri d’Argento di un Premio Speciale della Giuria per i documentari. Insieme a lui sarà in sala, inoltre, il giornalista Antonio Tricomi per presentare, prima della proiezione, il suo libro “Bob Dylan. Cantautore da Nobel” e intervenire alla proiezione.
“Nessuno ci può giudicare” è una retrospettiva sul mondo dei film musicali italiani degli anni Sessanta. Tra i protagonisti Don Backy, Caterina Caselli, Tony Dallara, Ricky Gianco, Mal, Rita Pavone, Gianni Pettenati, Shel Shapiro, Piero Vivarelli, che in una serie di interviste inedite raccontano l’Italia dei film musicali degli anni Sessanta.
“I film musicali italiani – dice Della Casa – hanno ripercorso un periodo fondamentale in cui l’Italia è cambiata in modo radicale e in tempi inimmaginabili anche solo un decennio prima. Quando Celentano e Mina iniziano a fare con Lucio Fulci e Piero Vivarelli i film rock, l’Italia crede di essere ancora un paese agricolo e tradizionale ma sta diventando rapidamente un paese moderno e industriale. Siamo a cavallo tra gli anni Cinquanta e i Sessanta. L’unica voce ufficiale che si accorge di quanto sta avvenendo è Pier Paolo Pasolini, ma è considerato dalla cultura ufficiale un pazzo visionario. Invece, come sappiamo, era l’unico ad avere le idee chiare. Si parva licet, potremmo dire che anche gli urlatori rock avevano le idee chiare, a modo loro. La loro musica è per la prima volta nel paese della melodia un qualcosa che non è dedicato a tutta la famiglia ma solo ai giovani
Prima della proiezione Antonio Tricomi presenterà il suo libro “Bob Dylan. Cantautore da Nobel” scritto con Gianfranco Coci: Premio Nobel per la letteratura 2016 “per aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della tradizione della grande canzone americana”, Bob Dylan non ha soltanto dato per primo dignità e spessore alla musica popolare contemporanea. Coci e Tricomi, consapevoli che una parola definitiva su Dylan non potrà mai essere pronunciata, provano a mettere in campo qualche tema: dischi, concerti, testi, musiche, esecuzioni, dichiarazioni pubbliche, vita privata, rapporti con i maestri e i colleghi, influenze sui musicisti (praticamente tutti quelli che sono venuti dopo di lui). Tenendosi a distanza di sicurezza tanto dalle ritualità saggistiche che dalla retorica da fan.