Al Teatro Diana di Napoli sarà di scena fino al 2 dicembre “Una festa esagerata”, una bella e divertente commedia scritta, diretta e interpretata da Vincenzo Salemme, prossimamente anche al cinema, con l’uscita prevista nelle sale per il prossimo mese di marzo.
Strutturata in un unico atto della durata di circa un’ora e 40, lo spettatore assiste, per l’intera durata della rappresentazione, a continue gag, battute ed equivoci, intervallati da simpatici e velati doppi sensi – senza mai cadere nel retorico e senza annoiarsi.
Una festa esagerata è una commedia strutturata perfettamente già nella stesura, dove ogni personaggi ha già un carattere ben delineato in chiave grottesca e comica, tipico della napoletanità teatrale. «Una festa esagerata! – dice Salemme – nasce da un’idea che avevo in mente da tempo. Uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda».
Ed è proprio di una vicenda condominiale che tratta la commedia. Un evento che comprometterà il rapporto tra condomini e portierato. La commedia – che si svolge alternativamente tra il salone di un appartamento ed il terrazzo del superattico posto al piano superiore – vede protagonista lo stesso Salemme che interpreta il Geom. Parascandolo la cui figlia “finto-chic” (Mirea Flavia Stellato) compie diciotto anni. Per l’occasione, sua moglie (Teresa Del Vecchio) organizza una super festa, invitando Vip e politici influenti. Mentre fervono i preparativi per il mega evento, muore purtroppo il condomino dell’appartamento sottostante. L’accadimento nefasto, genera forte imbarazzo, poiché, inevitabilmente il lutto non si addice con il clima gioioso di una festa di compleanno. Con l’ausilio del portiere e del parroco (Nicola Acunzo e Antonio Guerriero) però, si avvia un’imbarazzante trattativa tra le due famiglie, che porterà a sviluppi imprevisti e ad un finale sorprendente.
Una commedia, dunque, come già detto, lunga e divertente, ben sviluppata, ricca di verve, di battute intelligenti e profonde da cui lo spettatore verrà rapito per l’intera durata, ma che, allo stesso tempo, aprirà uno spiraglio di riflessione in quanto mette a nudo a nudo tutta una serie di criticità umane. Un batti e ribatti tra satira e vita quotidiana, tra il “pare brutto” e le convenzioni, in modo da adattarsi perfettamente alla realtà dei nostri tempi.
I più attenti avranno notato l’omaggio al grande Eduardo, con Salemme che inscena discorsi fatti al balcone con il dirimpettaio (simile alla scena del caffè di “Questi Fantasmi”) ed il riferimento al famoso presepio nel finale.
Salemme, dunque, si conferma un grande attore, un animale da palcoscenico. Commediografo perfetto, ma anche bravissimo regista attento ed incisivo, che riesce, con toni, mimica, movimenti del corpo e simpatia a gestire ritmi, tempi e “spalle” che lo accompagnano sul palco. Accanto a lui, infatti, anche per questa commedia, si è avvalso di ottimi attori. Oltre ai già citati Teresa Del Vecchio, nel ruolo della moglie rampante, Mirea Flavia Stellato (la figlia diciottenne), Nicola Acunzo e Antonio Guerriero (parroco e aspirante portiere), troviamo anche una bravissima Antonella Cioli nelle vesti della condomina del piano di sotto nonchè figlia del defunto interpretato da Giovanni Ribò (ma poi è morto veramente?),Sergio D’Auria (il fidanzato della figlia, nonchè figlio dell’assessore!) Vincenzo Borrino, nei panni del cameriere “finto indiano”.
Una commedia da vedere!