In un mondo sempre più globalizzato e sempre più frenetico, ove si rincorre solo il profitto a discapito del benessere, la gentilezza spesso sembra essere messa da parte perché vista come inutile debolezza di chi è ai margini dell’apparato produttivo della ricchezza. Oggi, invece è proprio la gentilezza a tornare ad essere protagonista, quella “gentilezza” che sta nei piccoli gesti, in quel modo di essere e relazionarsi con gli altri con la massima umanità.
Oggi 13 novembre ricorre proprio “la Giornata Mondiale della Gentilezza”, si tratta di una ricorrenza che è nata ad opera dell’iniziativa di gruppi umanitari e dalla “Dichiarazione della gentilezza” del 13 novembre 1997. La ricorrenza si è poi diffusa in vari stati del mondo a partire dal 1998 prima in Giappone, Canada, Australia, Nigeria, Emirati Arabi Uniti. Nel 2009 è poi arrivata in Italia, in India e a Singapore. Dal 2010 è stata riconosciuta anche in Gran Bretagna. In tutti questi Stati questa giornata si festeggia in modo diverso: alcuni organizzano flash mob, altri partecipano ad eventi caritatevoli. In ogni luogo, però, ad essere al centro dell’attenzione sono sempre i piccoli gesti, come aprire la porta a uno sconosciuto, aiutare un vicino oppure semplicemente pagare il caffè ad un amico.
Se è vero che una giornata non cambia gli stili di vita, tuttavia ha il valore di accendere una luce per riflettere sull’importanza della “gentilezza” e sul circolo virtuoso che essa innesca: compiere un atto gentile rende più felici. Chi è felice tende poi ad essere gentile con gli altri. Riuscire a dire “grazie, prego, scusa, per favore” va al di là della buona educazione poiché è un atteggiamento ed un modo di essere di chi ha un animo sensibile.
Ricordiamo che la giornata è nata in Giappone grazie al Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo, dove due anni prima si era costituito un primo gruppo di organizzazioni riunito nel World Kindness Movement (Movimento mondiale per la Gentilezza).