Molte produzioni si stanno felicemente rivolgendo alla drammaturgia campana dei grandi autori contemporanei. Il Mercadante con Giuseppe Patroni Griffi prima e Raffaele La Capria in questo periodo e il Teatro Bellini sicuramente ci prova, e in grande stile, con Annibale Ruccello mettendo mano al “Notturno di donna con ospiti” (novembre 2014) con Giuliana De Sio e a “Mamma” (dal 14 al 19 aprile) per la regia di Antonella Morea e l’aiuto regia e ideazione scenica del sempre bravo Giovanni Piscitelli. Unico attore in scena, il poliedrico e bravissimo Rino Di Martino. Quanta bravura in un solo uomo!
Annibale Ruccello è stato un grandissimo talento di Castellamare di Stabia (la stessa città di Raffaele Viviani) purtroppo morto prematuramente, all’età di 30 anni, per un incidente automobilistico.
“Mamma. Piccole tragedie minimali” sostituisce “Week-end” con Margherita di Rauso per motivi personali della protagonista diventata, ironia della sorte, mamma.
La storia si dipana tra racconti di favole dal sapore antico a monologhi più attuali che arrivano fino agli anni ’80, al terremoto, alle telenovelas, alle canzoni di Sanremo. Donne un po’ malefiche prese totalmente dai loro deliri mentali e verbali con attenzione – a detta della stessa regista – alla ritualità e al mondo popolare (Ruccello era anche un riconosciuto antropologo la cui tesi, in Antropologia culturale, fu immediatamente pubblicata con la prefazione di Roberto De Simone. Titolo: “Il Sole e la maschera”: una lettura antropologica della “Cantata dei pastori”) che sono il motore di tutta la messinscena dove l’ambiguo maschile/femminile esprime al meglio il carattere tragicomico dei personaggi.
Mamme terribili ma reali, viscerali, umane per un testo davvero bello in una città che sforna talenti spesso sottovalutati e che continuerà a darci lustro perché all’ombra del Vesuvio tutto scorre però, a volte, tragicamente, nulla si muove.