Per la carriera di Miriam Candurro, questo è sicuramente un periodo molto favorevole. L’attrice, oltre ad essere conosciuta per il personaggio di Serena Cirillo, in “Un Posto al Sole, di recente si è cimentata in altri ruoli, alcuni più complessi e drammatici. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei nel corso dell’ultima edizione del Gala del Cinema e della Fiction in Campania, durante il quale ha ricevuto il premio come miglior attrice del film commedia “Vieni a Vivere a Napoli”.
Miriam, cosa puoi raccontarci di questo periodo così favorevole per la tua carriera di attrice?
«Quest’anno ho lavorato per diversi progetti, come Vieni a Vivere a Napoli, Veleno, I Bastardi di Pizzofalcone, I peggiori e naturalmente Un Posto al sole. Sono dei lavori in cui ho creduto, per i quali ho lavorato tanto ed ho anche sofferto, perché alcuni ruoli erano veramente complicati, penso a Veleno e I Bastardi di Pizzofalcone».
Parlando di Veleno, come ti sei calata nel tuo personaggio?
«È stato complicato perché sono dovuta andare contro quelle che sono le mie visioni della vita. Miriam al primo posto mette la famiglia, mentre Adele, il personaggio che interpreto in Veleno è una donna che inizialmente è legata alla famiglia, fino a quando non arriva la proposta dalla camorra di cedere i propri terreni in cambio di denaro. Da quel momento tutto cambia. Adele, attratta dai facili guadagni – probabilmente anche spaventata dalla condizione della Terra dei fuochi – si mette contro tutti. Ho cercato di rendere questo ruolo anche più cattivo rispetto a quanto riportava la sceneggiatura e questa cosa mi ha anche divertito. Nell’interpretare un personaggio come quello di Adele, devi stare attenta a non giudicarlo, poiché se lo fai esci fuori dal personaggio stesso».
Per quanto riguarda il tuo personaggio Giorgia Romano, nei “Bastardi di pizzo Falcone”, anche in questo progetto hai interpretato un ruolo molto forte.
«Sì, una donna che subisce violenza da un uomo e che ha dovuto giustificare anche il primo ritorno a casa dopo uno schiaffo. La rappresentazione di questo tipo di realtà aiuta tantissimo le donne che vedono questo tipo di fiction. Dopo quella serie ho ricevuto diverse telefonate di giornaliste, alcune mi raccontavano che la storia narrata era simile a quella che avevano vissuto. Ciò significa che la violenza non è mai così lontana da noi. Potrebbe succedere alla donna della porta accanto. Interpretare un personaggio del genere e renderlo vero è per me rendere onore e aiutare queste donne a ribellarsi».
Ci sarai nella seconda stagione della serie?
«Sì, ci sarò e il mio personaggio avrà una svolta molto importante. Chi ha letto i libri lo sa già, per chi invece non l’ha fatto, lo scoprirà nella seconda stagione».
Serena è il personaggio che interpreti in Un Posto al Sole, quanto sei legata a questo ruolo?
«Serena è diventata l’altra faccia della medaglia, infatti è anche molto rischioso, perché quando sei su un altro set e non su quello di Un Posto al Sole, si può rischiare di interpretare Serena piuttosto che quello previsto dal copione. Quando costruisco un personaggio, la prima cosa che faccio è creare dei gesti, che mi permettono di entrare nel personaggio. Quando invece non lo faccio, come nel caso di Serena Cirillo, perché è un lavoro quotidiano, può diventare rischioso».
Cosa ti piace e cosa di Serena?
«Mi piace la sua capacità di riprendere in mano la propria vita, l’ha fatto tante volte. Nello stesso tempo lei ha una tendenza ad appassire e piegarsi su se stessa, che è anche una contraddizione, poiché è una donna che per dove è arrivata dovrebbe avere la forza di un uragano, quindi questo contrasto è un po’ la sua caratteristica. Lei si sente sempre un passo indietro e questo è un aspetto che non mi piace di lei, ma che comunque la rende più umana e tenera.»
Oltre ai progetti di cinema e televisione, stai lavorando ad altro?
«Si, ad un romanzo che uscirà il prossimo anno per Garzanti. Ho iniziato una nuova fase della mia vita che mi vede in veste di scrittrice. È una cosa che ho sempre sognato da quando ero bambina. Parla di una storia di amicizia di un ragazzo e una ragazza, soli, che scoprono di avere molte più cose in comune di quanto credano».
Come va il tuo matrimonio e il tuo ruolo di mamma?
«Va benissimo. I bimbi crescono, quindi diventa tutto molto più semplice. Anche nella gestione familiare, loro cominciano a frequentare degli eventi e quindi è divertente vedere come si rapportano con i miei colleghi che magari hanno visto in tv, uno tra tutti Giovanni Esposito, che per loro è un mito. Io sono la mamma, mentre gli altri sono gli attori della serie».
Quanto sei social?
Credo che i social siano una bella invenzione, poiché se li avessero creati prima, quando ero ragazza e amavo Beverly Hills, probabilmente sarei impazzita all’idea di poter raggiungere i miei idoli. Devono essere usati con eleganza, per permettere all’attore o un personaggio pubblico di esserci, ma non di raccontare ogni attimo della propria vita, anche perché le dive e i divi hanno quel pizzico di fascino e di mistero che dovrebbe restare inviolato».