Giuseppe Oliviero, vicepresidente nazionale CNA e presidente CNA Campania e consigliere delegato del cda della Mostra d’Oltremare, torna sulla proposta di legge “Norme per lo sviluppo del settore nautico e delle strutture ricettive turistiche e modifiche alla legge regionale 26 marzo 1993, n° 13” presentata dal vicecapogruppo regionale del partito democratico, Antonio Marciano.
“La misura – afferma Oliviero – nonostante lo sforzo degli amministratori è stata stralciata dal collegato alla finanziaria della Regione. Dobbiamo quindi constatare, ancora una volta, l’inadeguatezza ed incapacità della Regione Campania a supportare un settore che rappresenta una parte importante dell’economia regionale come il sistema dei porti turistici”.
La proposta di legge riguarda l’istituzione anche in Campania dei “Marina Resort”, una nuova tipologia di struttura ricettiva all’aria aperta situata dentro i porti turistici, organizzata per la sosta e il pernottamento dei turisti all’interno delle proprie unità da diporto, previsti già nel decreto Sblocca Italia dell’Agosto 2014 e confermati nella Legge di Stabilità del 2015.
“È necessario – continua Oliviero – rafforzare il sistema turisico campano; per fare questo bisogna apportare dei cambiamenti alla legge regionale del 1993. In quella legge non erano previste tipologie ricettive, come quella dei “Marina resort” che sono, invece, delle realtà importanti per completare il sistema ricettivo campano. In Campania ci devono essere alcuni cambiamenti nel sistema ricettivo turistico, che deve rinnovarsi e rafforzarsi per non restare fuori da contesti europei importanti. Questa proposta di legge rappresenta un’ulteriore opportunità di business e un volano per lo sviluppo, con la creazione di nuovi di posti di lavoro”.
I Marina Resort, già presenti nella normativa regionale di Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Liguria, saranno equiparati alle strutture turistiche ricettive anche dal punto di vista dell’Iva, consentendo l’applicazione della stessa al 10%. L’attuale aliquota Iva al 22%, infatti, genera un divario competitivo sfavorevole con i Paesi concorrenti del Mediterraneo”.
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