Si terrà sabato 30 settembre alle 13 in Via Pallonetto a Santa Chiara, una Tavolatalungaunchilometro. Un’iniziativa di grande interesse, promossa dai commercianti del centro di Napoli, che insieme al supporto della Municipalità, rappresentata da Francesco Chirico e dalla Federazione Antiracket con a capo Vittorio Ciccarelli, sono riusciti a rendere possibile il progetto. La tavolata sociale, coinvolge attivamente i ragazzi dell’Oratorio, seguito da Francesco Colmayer di Santa Maria di Costanntinopoli, Raffaella ed Arnaldo Rossi del Centro La Palma ed altri ragazzi della zona, insieme alle loro famiglie. L’intento è quello della convivialità, in una tavolata che per un chilometro di strada, sarà animata dallo spirito comunitario. Si cucinerà, si mangerà insieme, regalando sorrisi, offerte e tutto quanto nasce dal sentimento della partecipazione. A dar voce allo sviluppo della manifestazione è Nives Monda, proprietaria della Taverna Santa Chiara, tra le attive promotrici della realizzazione di Unatavolatalungaunchilometro. Insieme a lei Paola Russo, titolare di una Vetrina in Centro (Tentakoli), Luciana di Marzo di Moda & Costume Vintage, Enza Iasevoli di Mitico Tipico, Gabriella Dario di Osmiss, Monastero Risto-Vino, Monica Amodio della cartolibreria Port’alba, Gay Odin, Marialuisa Squitieri di Madrenatura. Luigi D’Alessio, Gigi Crispino e Gennaro Natale di Salumeria Upnea. Insieme a loro il sostegno di Xenia Artigianato, Santa Fede Liberata, le cooperative sociali E’ Pappici e La Locomotiva. Ciro Pirone di Ru Casa Dugenta, Bucce di Pomodoro di Duraccio Massimo. Tra gli altri sostenitori, annoveriamo l’asilo Filangieri, Zero81, Scarpe da Tennis rappresentata da Mena Severino e Laura Guerra. Il Centro la Palma di Raffaele Arnoldo Rossi. Ampio merito, all’intenso lavoro organizzativo, che riconosciamo a Laura Sepe, Roberta Avitabile, Imma D’anchise, Clelia Renna, Oratoris Francesco, Rosa Delisio e Federico Mastronimco, Sergio Colella e Rosanna Terracciano di Sos Amici (aiutiamoci tra noi). Un’iniziativa partita da singoli che con le varie connessioni, si sono messi in rete. L’incontro con Nives Monda insieme a Paola Russo, ci ha permesso di costruire la partenza di Unatavolatalungaunchilometro, fino a giungere alla dirittura, ormai in arrivo.
Unatavolatalungaunchilometro, un pranzo sociale a Via Pallonetto a Santa Chiara. Mi racconti come è nata l’idea?
«Il progetto nasce da una chiacchierata tra noi residenti, commercianti. Persone che vivono il centro indipendentemente dalle estrazioni, (come a me piace dire), sulle condizioni tristi delle nostre strade del centro storico e dei Decumani. Così alla fine, tra le varie proposte avanzate alla Municipalità, abbiamo concretizzato questo, perché ci è sembrato carino offrire cibo seduti a tavola, gomito a gomito, occupando ad opera pacifica e virtuosa, un pezzo di strada. Del resto la vera provocazione è questa, creare un corto circuito di passaggio per le auto, anche soltanto per tre ore, in una zona strategica».
A tal proposito, Nives, pare che l’obiettivo di Unatavolatalungaunchilometro, sia quello di usare la strada in modo diverso. Liberarla dalle macchine e dall’immondizia, utilizzandola per l’accoglienza. Lo scopo sociale dunque si fonde a quello ambientale?
«Esattamente, si tratta di un’iniziativa ecosostenibile, al di là del fatto che liberiamo la strada dalle macchine solo per poche ore, pertanto non è che giungiamo ad un cambiamento del centro. Un’iniziativa in cui non ci saranno rifiuti perché ciascuno porterà con sé, posata, piatto e bicchiere. Appare chiaro che Unatavolatalungaunchilometro voglia essere un monito per la città di Napoli. Si, difatti nel corso dello svolgimento, ci sarà anche lo scambio di libri di testi scolastici, per le scuole medie a favore delle famiglie meno abbienti. Altresì la vendita di giornali di strada con “Scarpe da Tennis” che sono i senza fissa dimora».
Da questa prima tavolata pensi che possano poi susseguirsene altre?
«Il progetto nasce in modo prospettico strategico, proprio con l’obiettivo di diffondere varie tavolate sociali che vengano realizzate sempre a pranzo, proprio per evidenziare che non si tratta di un evento “fashion” o di “moda”. A noi interessa mangiare insieme, con l’idea di ricordare il pranzo della domenica. Una condivisione insieme ai residenti, soprattutto con chi compare di meno nei momenti di socialità. Come ad esempio le persone che vivono nella zona più bassa di Santa Chiara e che alle volte, diventano molesti di fronte alle iniziative, proprio perché non vengono coinvolti spesso e che in questo caso- come sottolineato nel corso della chiacchierata, da Paola Russo di Una vetrina in Centro– hanno invece risposto in modo molto positivo al coinvolgimento, dunque ben felici di partecipare».
Unatavolatalungaunchilometro vuole essere anche un’occasione di ripresa dell’essenza comunitaria in una società così individualista?
«Sì, difatti proprio per questo, partiamo dal cibo che viene donato ed offerto. Difatti noi e le signore del quartiere, cucineremo. Non ci sarà prezzo da pagare, perché è importante che ci sia questo scambio. Il contenuto comunitario, è dato anche dal fatto che ci si siederà a tavola. Attrezzeremo circa duecento/duecentocinquanta posti a sedere. L’accesso avverrà con una semplice registrazione del nominativo. Il tutto in modo molto libero. Nel corso della tavolata, chi vorrà, potrà fare anche donazioni di soldi, al fine di rendere possibile iniziative per il quartiere. Una di queste, vorremmo fosse l’organizzazione di attività per i ragazzi “emarginati”, in un contesto privo di un’educativa di strada. Al momento l’unico supporto è difatti, quello di un’attività di doposcuola mandata avanti dallo Zero81, che si trova attualmente in difficoltà. Un punto di partenza per proporre al Comune un fondo da destinare. Un’altra potrebbe essere l’avvio di tirocini formativi presso le botteghe del quartiere, per i ragazzi che non terminano l’obbligo scolastico. Ci sono tante idee da voler sviluppare. Noi abbiamo iniziato con una prima proposta a Santa Fede Liberata, a giugno, eravamo una trentina di persone. Oggi siamo arrivati alla tavolata attraverso degli incroci, forse perché abbiamo dei bisogni simili, che vogliamo trasformare in obiettivi comuni, affinchè possano continuare. La prossima tavolata vorremmo organizzarla presso la zona dei Decumani, in prossimità di San Biagio dei Librai. Lo scopo diventa quello di intercettare i bisogni di varie zone del centro storico. Un grido di attenzione dove l’“unicum” è quello di far percepire la città come luogo di condivisione, non solo un luogo turistico. Vogliamo creare un tessuto che non porti le persone del posto ad andare via perché la vita è cara, o per la privazione di servizi. Un centro comunitario fatto essenzialmente di residenti, che siano rassicurati e vivano bene, con una vetrina esclusivamente turistica».
Nives, immagino che l’organizzazione abbia richiesto delle concessioni. Come si è svolto l’iter di Unatavolata in questo versante?
«All’inizio Io, Paola, Enza e gli altri, abbiamo battagliato parecchio per farci ascoltare, poi l’idea è iniziata a piacere molto. Voglio infatti ringraziare la Municipalità che ha fatto propria l’iniziativa, supportandoci nella richiesta delle varie autorizzazioni. Difatti nonostante si tratti di un evento gratuito e di natura pacifica, abbiamo dovuto produrre una “fiumana” di documenti. Il Comune durante questo tempo ci è stato molto vicino. Un primo passo per noi, a cui certamente vogliamo seguano delle risposte concrete, in merito alla rivalutazione del Centro storico. Unatavolatalungaunchilometro, ribadisco, vuole essere una richiesta di attenzione, di fronte ai disagi che si perpetuano e per cui meritiamo una tangibile azione interventistica».