Si prepara un addio spettacolare per una missione destinata a restare nella storia come una delle più importanti ed avventurose dell’era spaziale. Si tratta dell’ultima impresa della sonda Cassini che è adesso pronta a tuffarsi nell’atmosfera giallastra del pianeta degli anelli: sarà una discesa rapidissima, il cui inizio è previsto poco prima delle 14:00 ora italiana di venerdì 15 settembre.
La sonda è in forma perfetta: «tutti gli strumenti stanno funzionando e tutto è pronto per il tuffo finale nell’atmosfera di Saturno – ha dichiarato il coordinatore scientifico dell’Asi, Enrico Flamini, che sta seguendo le ultime fasi della missione dal Jpl – L’orario per il gran finale è confermato e la discesa della sonda sarà rapidissima, durerà appena qualche minuto».
Molti degli strumenti a bordo continueranno a funzionare finché non si perderà il segnale: nella discesa attraverso l’atmosfera, fatta soprattutto di idrogeno molecolare e di elio, saranno quindi attivi molti strumenti della sonda come lo spettrometro italiano Vims, che potrà fornire una sorta di ritratto chimico dell’atmosfera.
Tutto durerà pochi minuti, ma sarà un gran finale degno di una missione storica, nella quale l’Italia ha avuto un ruolo di primo piano: l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ha infatti organizzato la missione al fianco di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Lanciata il 15 ottobre 1997, la sonda Cassini ha funzionato per 20 anni.Entrata nell’orbita di Saturno 10 giugno 2004, dopo un viaggio di sette anni attraverso il Sistema Solare, il 14 gennaio 2005 Cassini ha salutato il suo piccolo passeggero, il lander Huygens, sceso sulla più grande luna di Saturno, Titano, per regalare immagini straordinarie di monti e fiumi di idrocarburi. Il 10 settembre 2007 è stata la volta del primo sorvolo di Giapeto e il 28 ottobre 2015 è arrivata la scoperta dei geyser di Encelado, la luna che sotto i suoi ghiacci nasconde un oceano di acqua liquida che potrebbe ospitare forme di vita.
L’Italia continuerà a seguire la missione anche da Terra grazie al Sardinia Radio Telescope (Srt), che in questo modo debutterà nelle prime osservazioni nell’ambito del Deep Space Network, la rete internazionale dei radiotelescopi che segue le missioni interplanetarie.