Lo scorso maggio il gruppo Piccoli Animali Senza Espressione è tornato con il suo terzo album: “Sveglio Fantasma”. Qualche giorno in loop non mi è bastato per coglierne tutta l’essenza e così ho aspettato ascolto dopo ascolto, traccia dopo traccia di entrare nell’intensità viscerale delle risonanze di ogni singolo brano.
Ancora una volta questo gruppo ha rischiato andando controcorrente: i tempi sono dettati dalle loro note ufficiali e dai loro suoni inediti che attraversano, contaminano e guidano chiunque si dedichi del tempo per incontrare questo “Fantasma”.
In un mondo in cui bisogna sempre stare sul pezzo ed essere veloci nel comunicare, i componenti di Piccoli Animali Senza Espressione ci ricordano che l’ascolto è una cosa diversa dall’approssimazione e che non è possibile ridimensionare il ruolo della musica che continua ad essere il luogo in cui i suoni del passato si mescolano a quelli del presente delineando già probabili scenari futuri.
Il lavoro dei Piccoli Animali Senza Espressione è un ponte tra terra e spazio, oriente e occidente, ombra e luci: a noi la scelta di attraversarlo.